NESSUNO TOCCHI CAINO: GOVERNO NON RISPETTA CAMERA DEI DEPUTATI

Il manifesto di Oliviero Toscani

09 Ottobre 2006 :

il governo si impegni per la presentazione all’Assemblea Generale dell’ONU in corso della risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali. Anche senza l’appoggio unanime dell’Unione Europea.
E’ l’appello che ‘Nessuno Tocchi Caino’ rivolge al governo italiano dopo l’approvazione, avvenuta il 27 luglio scorso, di una mozione in questo senso da parte della Camera dei Deputati.
“Questa battaglia - ha commentato Sergio D’Elia, segretario di ‘Nessuno Tocchi Caino’- è giunta ad un punto critico: il governo italiano è sul punto di riuscire ad impedire, con atti omissivi e dilatori, che la risoluzione venga approvata’’.
A giudizio di Elisabetta Zamparutti, di Nessuno Tocchi Caino, se passasse il ‘’compromesso francese’’ (una semplice ‘dichiarazione di associazione’ in alternativa alla risoluzione) ‘’la Ue manifesterebbe tutta la sua debolezza, creando un alibi per non presentare mai più risoluzioni di questo genere alle Nazioni Unite. Il 2 novembre scadono i termini per presentare la risoluzione, c’è il rischio del completo fallimento dell’iniziativa’’.
Dopo aver annunciato una richiesta di incontro con il presidente del Consiglio Romano Prodi e con il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, Zamparutti ha aggiunto: ‘’l’Italia ha ancora la possibilità di conseguire un risultato di portata storica su uno dei punti fermi della nostra cultura e della nostra società. Alle Nazioni Unite ci sono più di 100 Paesi pronti a sostenere questa risoluzione’’. ‘’E si stima - ha aggiuntoD’Elia- che i ‘no’ possano essere non più di 60-65 su un totale di 192 Paesi’’.
Il senatore Furio Colombo (Ulivo), tra gli intervenuti alla conferenza stampa, ha annunciato che si farà promotore in Commissione Esteri a Palazzo Madama di un ordine del giorno in questo senso ‘’che serva da pungolo’’ per un governo ‘’imbrigliato nei leggendari percorsi di burocrazia delle Nazioni Unite’’.
Anche per Benedetto Della Vedova (Fi), l’approvazione della risoluzione in sede Onu è ‘’un risultato potenzialmente conseguibile’’ ma è necessario che l’Italia ‘’vada avanti anche svincolata dall’unanimità in sede di Unione Europea’’.
‘’Nei ‘bracci della morte’ delle carceri statunitensi -ha osservato il fotografo Oliviero Toscani- ho trovato tanti guardiani contrari alla pena di morte, perchè stando vicino a questa realtà si capisce quanto questa sia assurda. Nessuna civiltà può permettersi di eseguire un omicidio. Oggi è una battaglia di minoranza ma un giorno questa sarà opinione comune, un giorno si dirà: ‘pensa, nel 2006 ancora si discuteva dell’omicidio legalizzato’’’.
Marco Pannella si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio: ‘’Quando era presidente a Bruxelles, Prodi diceva che la moratoria doveva assolutamente essere portata avanti. Se oggi bofonchiasse la stessa cosa da presidente del Consiglio italiano, sarebbe una bomba’’.
‘’Ho ribrezzo di quello che, senza soluzione di continuità, l’Italia sta facendo negli ultimi due-tre anni all’Onu.
Ancora Pannella: "Prodi ha detto che voleva fare riforme radicali e che bisogna stupire.
Romano, ci vuoi stupire? Possiamo dire che siamo contro la pena di morte?’’.
Nel corso della conferenza stampa è stato illustrato il contenuto dell’appello “Nessuno tocchi Saddam”, rivolto al governo e parlamento iracheni perchè sia evitato il ricorso alla pena di morte nei confronti dell’ex dittatore. I promotori dell’iniziativa (primi firmatari Francesco Cossiga, Marco Pannella, Emma Bonino, Giovanni Conso e Giuliano Vassalli) chiedono tra l’altro alle autorità irachene ‘’di reintrodurre la moratoria sulla pena di morte stabilita in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, al fine di rafforzare il completamento della transizione democratica dell’Iraq secondo i principi di uno Stato di diritto’’.
 ‘’Nessuno chiede l’impunità per l’ex dittatore iracheno’’, ha precisato D’Elia. ‘’Ma un’esecuzione non sarebbe il modo migliore per presentare al mondo il nuovo Iraq. Quello in corso è più un regolamento di conti che un processo fondato sulle regole minime riconosciute dal diritto internazionale’’.
L’appello è firmato anche dai premi Nobel Mairead Corrigan McGuire e Betty Williams, da esponenti del mondo arabo, parlamentari, politici, artisti, scrittori e giornalisti.
 

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