20 Novembre 2017 :
La Mauritania ha deciso di rafforzare le sue leggi contro la blasfemia e l’apostasia.
La mossa fa seguito al rilascio, avvenuto il 9 novembre, di un blogger che era stato condannato a morte per aver criticato la giustificazione religiosa della discriminazione nella società mauritana.
Una nuova legge "rafforzerà le condanne previste per i blasfemi", ha detto il governo della nazione dell'Africa occidentale in una dichiarazione rilasciata all'agenzia di stampa ufficiale AMI.
"Ogni musulmano, uomo o donna, che schernisce o insulta Maometto (la pace sia con lui), i suoi angeli, i libri ... rischia la pena di morte, senza che gli venga chiesto di pentirsi. Incorrerà nella pena di morte anche se si pente", ha detto il ministro della Giustizia Brahim Ould Daddah.
La decisione di liberare il blogger Cheikh Ould Mohamed Ould Mkheitir per il tempo trascorso in carcere, dopo la commutazione della pena di morte per blasfemia in due anni di prigione, ha provocato scontri e indignazione in Mauritania la scorsa settimana.
Musulmano sulla trentina, Mkheitir, è stato condannato a dicembre 2014 per un blog che metteva in dubbio le decisioni prese dal profeta Maometto e dai suoi compagni durante le guerre sante nel settimo secolo.
Mkheitir ha anche attaccato il maltrattamento della popolazione nera della Mauritania, facendo saltare "un ordine sociale iniquo" con una sottoclasse che è stata "emarginata e discriminata fin dalla nascita".
I pubblici ministeri hanno impugnato la decisione di rilasciare il blogger e stanno chiedendo ancora una volta che la pena di morte venga emessa.
La Mauritania non applica la pena capitale dal 1987.
Il ministro della giustizia Ould Daddah ha detto che i tempi sono cambiati da quando la legge originale è stata scritta nel 1983 e "di conseguenza la legge deve andare avanti", ha riportato l'AMI.