22 Novembre 2019 :
Un tribunale del Mali il 19 novembre 2019 ha condannato a morte l'omicida di un Imam. La decisione è stata approvata dal popolo maliano, e in particolare dalla comunità musulmana, che aspettava la decisione da 11 mesi, da quando cioè l'omicidio è stato commesso. Da quasi tre decenni, questa è una delle rare volte in cui un imputato viene condannato a morte in Mali.
All'alba del 19 gennaio 2019, verso le 5 del mattino, Abdul Aziz Yattabaré, l'Imam di una grande moschea nel centro di Bamako e membro dell'Alto Consiglio Islamico del Mali, fu ucciso da Moussa Guindo, un uomo di 26 anni. L'Imam fu pugnalato e bastonato mentre si dirigeva verso la moschea per condurre la preghiera dell'alba. Dopo l’omicidio, l'autore si precipitò alla stazione di polizia più vicina, portando il suo coltello e il bastone. Una volta lì, confessò alle forze di sicurezza di aver preso l'anima dell'Imam.
Il 19 novembre, esattamente 11 mesi dopo il crimine, l’udienza si è svolta presso la Corte d'Assise di Bamako, dove 7 giudici hanno deciso all'unanimità a favore della pena capitale contro l'assassino dell'Imam. Parenti, sostenitori e allievi della vittima erano arrivati numerosi per assistere al giudizio e hanno affermato di sentirsi "sollevati" dalla sentenza. "Allah Akbar, che sia fatta giustizia per la gloria di Dio", cantavano.