MALESIA: PENA DI MORTE COMMUTATA IN 30 ANNI DI CARCERE

Il palazzo di giustizia a Putrajaya ospita Corte d'Appello e Corte Federale

30 Maggio 2024 :

La Corte Federale malese il 29 maggio 2024 ha commutato la condanna a morte di una cittadina giapponese in 30 anni di carcere, a seguito della riforma che ha eliminato la pena capitale obbligatoria per il traffico di droga e diversi altri reati gravi.
Mariko Takeuchi, una ex infermiera di 50 anni, era stata condannata all’impiccagione per il traffico di 3,5 kg di metanfetamine.
Con decisione unanime, il collegio di tre giudici della Corte Federale ha sostituito la condanna a morte con la pena detentiva a 30 anni, a partire dalla data del suo arresto nel 2009, dopo aver esaminato il ricorso presentato dalla donna per ricevere una pena minore.
Takeuchi aveva perso il suo appello nel 2015, con la Corte che aveva confermato la condanna capitale pronunciata dal tribunale di grado inferiore.
Aveva presentato ricorso per una pena minore dopo che una legge che consente ai prigionieri condannati a morte o all'ergastolo di chiedere una riduzione della pena è entrata in vigore lo scorso settembre.
La legge fa parte della riforma giudiziaria che in Malesia ha abolito la pena capitale o l’ergastolo obbligatori per 11 reati, tra cui traffico di droga, omicidio e terrorismo.
Takeuchi ha testimoniato al processo di non essere a conoscenza della droga trovata in una valigia che aveva portato all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur da Dubai.
Si era dichiarata innocente, sostenendo di portare la valigia come favore ad un conoscente iraniano.
Takeuchi, originaria della prefettura di Aomori, è stata il primo cittadino giapponese processato per traffico di droga in Malesia e il primo condannato a morte.
Il suo avvocato Hisyam Teh Poh Teik ha detto ai giornalisti fuori dall'aula che Takeuchi potrebbe essere liberata entro il 2029, poiché le regole carcerarie consentono la remissione di un terzo della pena detentiva per buona condotta.
Secondo i dati del governo malese, prima che la legge entrasse in vigore, c’erano 1.020 detenuti nel braccio della morte o che scontavano l’ergastolo. La maggior parte dei condannati ha chiesto una revisione della propria pena dopo l'entrata in vigore della riforma.

 

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