03 Novembre 2005 :
in Libano la pena di morte "non solo viene applicata ma è molto difficile che venga presto abolita. E' una vergogna per il nostro Paese", ha dichiarato l’ex premier libanese Salim Hoss in un’intervista concessa all’agenzia Aki.In carica dal 1998 al 2000, Hoss è noto per essere stato il primo alto responsabile politico di un Paese arabo a rifiutarsi di firmare un decreto di condanna a morte.
"Appena arrivai in carica – continua Hoss - resi pubblica la mia posizione e mi adoperai in tutti i modi perché venisse emendato il codice di procedura penale. Per i due anni in cui rimasi alla guida del governo nessun criminale venne giustiziato".
Da premier, Hoss riteneva che “Iddio soltanto ha il diritto di decidere della vita degli esseri umani” e da allora non ha certo cambiato posizione. Pur non essendo stato eletto deputato in parlamento nelle ultime elezioni del giugno scorso, è a capo di una formazione politica (la Tribuna per l'Unità nazionale) tra i cui obiettivi rientra l'abolizione della pena di morte.
"Sarà molto difficile riuscire in questa impresa perché attualmente non esistono, né in Parlamento né nella società civile, quelle forti pressioni politiche necessarie a sollevare la questione ad alti livelli istituzionali. Per ora non è nelle priorità di nessuna maggioranza e anche nel Paese manca un consenso ampio contro questa palese violazione del diritto alla vita".
In Libano il codice penale prevede la pena di morte per gli autori di reati di sangue particolarmente efferati anche se le organizzazioni umanitarie del paese denunciano il fatto che spesso la condanna estrema viene applicata anche contro persone affette da disturbi mentali. E questo in contrasto con la stessa legge libanese. Inoltre, affermano le stesse organizzazioni, sarebbero circa 40 i detenuti condannati alla pena capitale in attesa della propria esecuzione.
"Non esiste però alcun calendario o priorità nel decidere chi e quando si debba portare al patibolo – spiega Hoss - così un criminale può rimanere nel limbo dell'attesa anche per anni. Un'attesa che sembra far parte della stessa pena".