LA DISUMANITÀ ALLE FONDAMENTA DELLE NOSTRE GALERE

01 Marzo 2025 :

Angelo Scuderi*

Ci sono frasi e concetti che ti rimangono nella mente più di molti altri soprattutto se pronunciate da “maestri” del nostro diritto che, senza sconti verso i potenti, definiscono l’operato degli stessi come irriducibile “ostentazione della disumanità”.
Parto, quindi, dalle parole del prof. Luigi Ferrajoli, per analizzare come lo svilimento del concetto di umanità sia, ormai da tempo, la pietra miliare sulla quale si fonda il nostro ordinamento giuridico penale con particolare riferimento alla fase esecutiva dello stesso. La pena che diventa, quindi, ipertrofica e crudele a causa dello stravolgimento del concetto stesso di correzione e riabilitazione che viene abbandonato, volontariamente, per mostrare i muscoli di un “mostro” che regge su piedi di argilla.
L’implementazione, ormai a catena, del novero dei reati cosiddetti “ostativi” verso i quali lo Stato ha abbandonato, di fatto, ogni compito assegnatogli dalla Costituzione circa la riabilitazione e il reinserimento del condannato è la cartina di tornasole del giustizialismo, a prescindere, che si vuole mostrare nell’esecuzione della pena da parte di uno Stato che preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto piuttosto che favorire il naturale e doveroso accompagnamento dei condannati al di fuori del circuito carcerario ormai lastricato, anche e soprattutto per i detenuti comuni, da immonda invivibilità.
Chi vive il carcere sa quanto esso sia un posto pieno di rigide regole inutili, al cospetto della palese illegalità di fondo sulla quale si regge. Eppure sono strutture appartenenti allo Stato, vissute da persone in palese stato di “minorata difesa”, di debolezza e di abbandono. Se si trattasse di scuole, ospedali o case di cura per anziani sarebbero già state chiuse d’imperio, con successivi titoli in prima pagina su quegli stessi giornali che incitano a “gettare le chiavi” e a promuovere il motto del “fine pena mai”.
Ogni argomento, istituzionale, sul carcere finisce sempre per risolversi con il collaudato sistema delle “grandi opere”: faremo altre carceri, useremo le caserme dismesse. Mai una parola sulle politiche di sistema per l’uscita dal carcere, e neanche doverose prese di coscienza sulla improcrastinabile esigenza di provvedimenti d’indulto e amnistia; gettare, doverosamente, la spugna in senso di resa significherebbe ostentare debolezza e non carità, benevolenza e non disumanità, così tradendo lo scellerato patto con il crudele consenso.
È doveroso uscire dalla omertosa cappa di silenzio che avvolge il “male del carcere” e tradurre l’inumana condizione del sovraffollamento senza uscita con pochi concetti: si vive, si dorme, si mangia, si defeca, ci si lava e si socializza in sei o anche otto persone, in una cella con meno di tre metri quadrati a disposizione per ogni detenuto. E poi la catena infinita di suicidi, naturale conseguenza del disumano stato di abbandono e disinteresse verso chi è costretto, senza orizzonti, a vivere questa tortura: “Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere sé stesso” diceva Primo Levi parlando di chi viveva nei lager.
Non che possa creare conforto a chi deve espiare la sua pena, ma è necessario conoscere come gran parte di queste persone siano all’“inferno” senza esserselo nemmeno “meritato”, in assenza di condanna e in attesa di giustizia nel posto più ingiusto che ci sia. Così accade che nonostante l’indice della commissione dei reati nel nostro Paese si sia abbassato, gli ergastoli da scontare siano triplicati e la fabbrica dei reati sia sempre in costante evoluzione, con un occhio particolare verso l’afflizione dei più deboli identificati per genere e non per individuo: migranti, mendicanti e rivoltosi, anche passivi in virtù del sadico ossimoro del legislatore, e occupanti di alloggi popolari. A loro, i più poveri, toccherà forse a breve dover sperimentare la “terribilità” del nostro carcere con la speranza, almeno, che la possano raccontare senza farla finita prima. Ostentare è meglio che curare.
* penalista del Foro di Trani

 

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