21 Marzo 2024 :
Damiano Aliprandi su Il Dubbio del 20 marzo 2024
Avvocati, politici, attivisti e cittadini, stanchi di assistere impotenti alla crisi che attanaglia il sistema carcerario italiano, hanno trovato voce nella manifestazione del 20 marzo organizzata a Roma in Piazza dei Santi Apostoli dall’Unione Camere penali italiane. Le parole pronunciate dagli intervenuti sono un grido d'allarme che risuona nell'animo di ogni persona consapevole del grave allarme sui suicidi e sul sovraffollamento nelle carceri italiane.
Francesco Petrelli, presidente dell'Ucpi, ha aperto la manifestazione con un discorso incisivo e carico di urgenza. Ha iniziato esprimendo profonda preoccupazione per il crescente numero di suicidi nelle carceri, definendo il dato atroce e sottolineando la frequenza allarmante con cui si sono verificati negli ultimi mesi, con un suicidio ogni tre giorni. Ha evidenziato che questa emergenza non può essere trascurata, considerando anche il continuo aumento del sovraffollamento carcerario, che si avvia a ripetere le stesse condizioni che hanno portato alla condanna dell'Italia con la sentenza Torreggiani per trattamenti inumani e degradanti dei detenuti.
Il presidente dei penalisti ha insistito sul fatto che non c'è più tempo da perdere e che è necessario che la politica assuma la responsabilità di affrontare questa crisi che coinvolge l'intero sistema carcerario. Ha ribadito che uno Stato civile non può esimersi dal garantire l'integrità fisica e la vita dei detenuti, sottolineando l'importanza di adottare azioni immediate e norme urgenti per porre fine a questa condizione di illegalità. Inoltre, Petrelli ha citato la proposta di Roberto Giacchetti di Italia Viva e Rita Bernardini di Nessuno Tocchi Caino, che mira a risolvere il problema del sovraffollamento con la liberazione anticipata speciale come misura urgente, seppur temporanea, in attesa di una riforma più ampia e strutturale del sistema carcerario.
Dal palco Rita Bernardini ha riconosciuto la presenza numerosa di persone alla manifestazione, sottolineando l'importanza di unirsi per affrontare la questione del sistema carcerario. Ha ringraziato l'Ucpi per aver organizzato l'evento pubblico permettendo a tutti di mostrare il proprio impegno. Durante il suo intervento ha evocato le parole di Marco Pannella del 2013, dopo la sentenza Torreggiani, quando disse che “l'Italia non era uno Stato di Diritto né una democrazia”.
Bernardini ha poi ricordato come, dopo poco tempo, il presidente della Repubblica Napolitano avesse fatto un appello, invitando il Parlamento a intervenire con un provvedimento di amnistia e indulto. Tuttavia, nonostante gli applausi ricevuti, l'appello non ha portato a risultati concreti, evidenziando la mancanza di volontà politica nel risolvere il problema. Ha poi criticato i governi successivi, che non hanno affrontato seriamente la questione carceraria per timore di perdere consenso elettorale. Nonostante alcuni tentativi di riforma, come gli stati generali e le proposte del ministro Orlando, il problema è rimasto irrisolto.
Infine, Bernardini ha sottolineato l'importanza di perseverare nell'impegno, invitando tutti a continuare la lotta con determinazione e non violenza, cercando di coinvolgere sia la maggioranza che l'opposizione politica per trovare una soluzione condivisa e duratura.
Sul palco anche Pierantonio Zanettin di Forza Italia, l’unico esponente della maggioranza presente alla manifestazione. Ha sottolineato che fa parte di un partito garantista, e ha personalmente presentato due question time al ministro Nordio sulla tragica situazione dei suicidi nelle carceri, definendola “una tragedia immane”. L'obiettivo principale, così afferma, è evitare che il 2024 diventi l'anno record per i suicidi nelle carceri italiane. Nel contempo ha riconosciuto che trovare soluzioni immediate non è semplice, poiché all'interno della maggioranza ci sono diverse sensibilità. Tuttavia, ha assicurato che ci sarà un confronto all'interno della maggioranza per trovare un compromesso tra le diverse posizioni.
Non poteva mancare Roberto Giachetti di Italia Viva, protagonista della manifestazione, essendo il promotore della legge sulla liberazione anticipata che è al vaglio della commissione Giustizia, risultato ottenuto anche grazie allo sciopero della fame. Un punto chiave del suo intervento è stato l'invito a considerare l'amnistia come parte fondamentale della soluzione per ridurre il sovraffollamento carcerario. Condizioni politiche che non esistono, ma dovute dalla norma che prevede due terzi del Parlamento.
Subito gli ha fatto eco Riccardo Magi di +Europa, sottolineando che si tratta di un quorum che non c'è neanche per modificare la Costituzione. Sul palco ha ricordato di essere promotore di un'altra legge fondamentale (sottoscritta da quasi tutta l’opposizione), quella delle strutture alternative alla classica detenzione, destinate a chi ha una pena breve. E ha ricordato come il capo del Dap, in audizione in commissione giustizia, si è detto favorevole.
È intervenuta anche Deborah Serracchiani del Pd, la quale ha tenuto a ringraziare Giachetti e Magi per essere stati promotori di due leggi che trovano supporto dal suo partito. Ha ricordato che l'allarme non riguarda solamente la situazione attuale all'interno delle carceri italiane, caratterizzata dalla mancanza di cure, dall'attenzione alla rieducazione e dalla volontà di svuotare l'articolo 27 della Costituzione, che sancisce il fine rieducativo della pena. Ha infatti voluto sottolineare la preoccupazione per le proposte del governo di modifica del codice Rocco, che prevederebbero l'ingresso in carcere di donne incinte, così come per il decreto Caivano che sta smantellando il carcere minorile, fino a poco tempo fa un fiore all'occhiello del nostro Paese.
Significativo l’intervento dell’avvocata Irma Conti, componente del Garante Nazionale delle persone private della libertà personale: «dall’inizio dell’anno - ha detto - si sono sventati oltre 400 tentativi di suicidio, come abbiamo appreso anche visitando dall’inizio del nostro mandato oltre 20 istituti di pena. Il tasso di sovraffollamento è in media al 129% ma ci sono in totale 23086 detenuti con un massimo di pena da espiare fino ad un massimo di tre anni di cui una elevata percentuale potrebbe uscire, attraverso un’opera di sburocratizzazione della macchina giudiziaria».
La manifestazione delle Camere Penali è stata un importante momento di confronto e di denuncia. Ha dimostrato che la questione del carcere è sentita da una parte importante della società civile e che c'è una forte richiesta di cambiamento.