17 Febbraio 2006 :
si è tenuta presso la sede di Nessuno tocchi Caino a Roma la conferenza stampa sulle violazioni dei diritti umani in Iran e sul caso di Nazanin, la minorenne iraniana condannata alla pena capitale con l’accusa di aver ucciso uno degli uomini che tentavano di violentarla.Nel corso della conferenza è stato illustrato il testo dell’appello in favore di Nazanin, che chiede alle Nazioni Unite e all'Unione Europea di impegnarsi affinché l’Iran rispetti il diritto all’esistenza delle sue cittadine e dei suoi cittadini e assicuri agli iraniani diritti democratici e di libertà.
Per Nessuno tocchi Caino quella in Iran contro la pena di morte e' prima di tutto una battaglia per l'affermazione dei diritti umani e la costituzione di uno stato democratico.
A partire dal caso di Nazanin, l’associazione denuncia le violazioni dei più elementari diritti umani commesse da Teheran, in particolare contro le donne e i minori.
Solo nel 2005, almeno otto minorenni al momento del fatto sono stati impiccati in Iran in violazione della Convenzione internazionale sui Diritti del Fanciullo, alle quale Teheran aderisce.
“I minorenni continuano ad essere impiccati e le donne lapidate”, ha denunciato Elisabetta Zamparutti, Curatrice del Rapporto di Nessuno tocchi Caino “La pena di morte nel mondo”. “Quello iraniano, che in sede internazionale nega queste esecuzioni, è un regime a due facce: per questo chiediamo alla comunità internazionale di scendere in campo per fermare queste orribili violazioni".
"Abbiamo fatto questo appello - ha detto l'europarlamentare Emma Bonino - non solo perche' questi sono veri e propri casi dell'orrore, ma perche' riteniamo di dover sostenere quei gruppi democratici che in Iran non riescono ad avere uno sbocco politico. L'Europa focalizza tutta la sua attenzione sull'Iran solo sul programma nucleare e questo dimostra al popolo iraniano che cio' che gli accade non interessa all'Europa ".
Oltre all’appello, firmato da diverse personalita' (da Rita Levi Montalcini a Lucia Annunziata, Dacia Maraini e Sabrina Ferilli), è stato presentato il dossier di Nessuno tocchi Caino su pena di morte e non solo nel regime dei mullah.
"L'Iran e' un Paese con delle enormi capacita' - ha spiegato Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano all'Universita' di Trieste e di islamistica nell'ateneo di Urbino - ma anche di forti contraddizioni. La sua e' una democrazia che io definisco totalitaria: ci sono donne che guidano autobus e insegnano all'universita', ma l'ideologia del regime coniuga il registro politico con quello religioso e mistico. Il problema e' il Governo, perche' il popolo aspira a tutt'altra cosa".
Un altro 'capitolo nero' è quello delle violazioni della libertà di stampa, su cui si è soffermato il giornalista iraniano Ahmad Rafat, portavoce dell'Iniziativa per la libertà di espressione in Iran. Rafat ha posto l'accento sulle "esecuzioni extra-giudiziarie" e in particolare sul fenomeno dei "finti suidici" che sta toccando da vicino in questi giorni sette redattori di una rivista iraniana, 'Tamaddon Hormozgan', arrestati in seguito alla pubblicazione di un articolo satirico sulla Rivoluzione Islamica. Secondo le autorità carcerarie, l'autrice dell’articolo, Elham Froutan, 19 anni, avrebbe tentato "già due volte il suicidio", sventato grazie all'intervento delle guardie. Ma sono in molti a temere che si tratti di un pretesto: in passato, infatti, l'uccisione di altri detenuti - come Zahra Kazemi, la fotoreporter canadese di origini iraniane morta nel carcere di Evin per le percosse subite - è stata definita un 'suicidio' dall'Autorità giudiziaria.