14 Ottobre 2024 :
L'organizzazione per i diritti umani "AFAD" ha rilasciato una dichiarazione il 12 ottobre 2024, condannando le esecuzioni di massa da parte delle autorità irachene, tra cui quelle di detenuti anziani e alcune eseguite in modi "orribili", ritenendo responsabile il presidente iracheno Abdul Latif Rashid.
In un rapporto, AFAD, che monitora la situazione umanitaria e dei diritti umani in Iraq, ha rivelato che il Paese a settembre ha praticato una delle sue più grandi esecuzioni di massa dal 2003, con almeno 50 prigionieri impiccati nella prigione centrale di Nasiriyah.
L'indagine di AFAD ha scoperto che in quel mese la prigione ha condotto quattro esecuzioni di massa, la più grande il 24 settembre, quando 21 detenuti sono stati prelevati dalle loro celle all'alba e impiccati in gruppi di sei.
Il rapporto ha anche evidenziato che "il presidente Rashid ha firmato gli ordini di esecuzione sotto pressione politica da parte di fazioni politiche e armate a Baghdad, nonostante ci fossero prove di torture subite dai prigionieri per costringerli a confessare".
La maggior parte delle persone giustiziate proveniva dai governatorati di Saladin, Diyala, Al-Anbar, Baghdad, Ninive e Babil, con alcune delle condanne risalenti al governo di Nouri al-Maliki, noto per il suo "approccio vendicativo e settario".
AFAD ha sottolineato che uno dei giustiziati aveva 68 anni e aveva subito varie forme di tortura.
Il personale carcerario avrebbe utilizzato la tortura psicologica, a volte sottoponendo i detenuti a finte esecuzioni, che hanno portato a svenimenti e scioperi della fame. L'organizzazione per i diritti umani ritiene il presidente Rashid responsabile di quello che ha definito "un massacro", che ha causato la morte di almeno 50 prigionieri, dal momento che ha ignorato le richieste di indagare sulle confessioni estorte con la tortura.
La presidenza di Rashid è stata segnata da decine di esecuzioni, nonostante gli avvertimenti delle organizzazioni internazionali e locali per i diritti umani su individui innocenti.
In questo contesto, l'AFAD ha esortato le organizzazioni internazionali a opporsi alle esecuzioni segrete in Iraq, accusando le autorità di "sfruttare eventi regionali e globali per eseguire condanne a morte che non hanno raggiunto l'approvazione finale o non sono state supportate da prove credibili".