01 Agosto 2022 :
Uomo amputato per furto. Altri 8 rischiano l'amputazione.
Un uomo, identificato solo come P. T., ha subito l’amputazione di 4 dita della mano destra il 27 luglio nel carcere di Evin, a Teheran. La notizia è stata data via Twitter dall’ex prigioniero politico Arash Sadeghi, che ha aggiunto che l’atto è stato compiuto, alla presenza del pm e di altre autorità giudiziarie, con una macchina a ghigliottina appositamente installata nell’infermeria del carcere.
Nel giugno 2022, le autorità iraniane si stavano preparando ad amputare le dita di altri otto uomini, tra cui Hadi Rostami, Mehdi Sharfian e Mehdi Shahivand. I prigionieri hanno opposto resistenza agli agenti, e grazie alle polemiche suscitate dal fatto che la notizia fosse trapelata all’esterno del carcere, l'esecuzione delle loro condanne è stata posticipata.
Hadi Rostami, uno di questi prigionieri, aveva fatto uscire dal carcere un file audio in cui ha chiesto aiuto alle organizzazioni per i diritti umani.
Il 19 giugno 2022, l'agenzia di stampa statale ISNA ha citato un funzionario della magistratura che affermava: "Non è affatto vero che ci stiamo preparando ad eseguire la sentenza di amputazione".
Ma pochi giorni prima, il 14 giugno, il procuratore capo della provincia del Khorasan Razavi, Mohammad-Hossein Doroudi, aveva dichiarato che diversi casi di amputazioni per rapina sono attualmente in fase di esecuzione, e aveva esortato i giudici a non esitare a emettere condanne a morte e all’amputazione. "La magistratura non deve mostrare pietà per coloro che infrangono le norme della società e violano l'ordine pubblico". Doroudi ha poi ribadito la sua ferma convinzione che sia perfettamente legittimo punire il furto con l’amputazione, e in determinati casi anche con l’impiccagione, perché questo è previsto dalla costituzione iraniana, la quale è pienamente basata sulla sharia (legge islamica), indipendentemente dai richiami stranieri contro tali sentenze.
All'inizio di giugno, quattro dita erano state amputate nella prigione di Evin a Teheran a Seyyed Barat Hosseini.
Le statistiche ufficiali della Forza di sicurezza dello Stato rivelano che in Iran, insieme alla povertà crescente e alle difficoltà economiche, è aumentato anche il numero di crimini come il furto. Tuttavia, il regime iraniano non solo non adotta misure efficaci per ridurre i problemi economici, ma sa dare come unica risposta l’intensificazione della repressione, anche attuando tali sentenze disumane. Come Nessuno tocchi Caino ha riassunto in altre occasioni, il furto (art. 201 del codice penale iraniano) rientra tra i 6 reati definiti “Hodud” (o Hudud), reati considerati “insindacabili” perché citati espressamente nel Corano e le cui pene sono severissime ed indiscutibili. I 6 reati Hudud sono: l’apostasia (Riddah), la fornicazione e l’adulterio (Zina), la falsa accusa di fornicazione e di adulterio (Qadf), il furto (Sariqa), il saccheggio a mano armata (Hiraba) e il bere alcolici (Shurb al Khamr). Questi sei reati sono considerati particolarmente gravi perché ritenuti molto pericolosi per il benessere e la pacifica coesistenza della Ummah Islamica nel suo complesso. L’art. 201 prevede che per una prima condanna per furto la punizione sia l’amputazione di 4 dita della mano destra (“avere quattro dita della mano destra completamente tagliate in modo che rimanga solo il palmo della mano e il pollice”), per una seconda condanna l’amputazione del piede sinistro, per una terza condanna l’ergastolo, e per una quarta condanna l’impiccagione.