01 Ottobre 2008 :
il quotidiano riformista iraniano Kargozaran ha pubblicato un appello rivolto al Capo dell’apparato giudiziario, affinché sospenda le esecuzioni di sei attivisti curdi. Firmata da “oltre 1.400 attivisti politici, culturali e sociali”, la lettera chiede all'Ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi di “sospendere immediatamente le esecuzioni” di Farzad Kamangar, Fahrad Vakili, Ali Heidarian, Arsalan Oliai, Anvar Hossein Panahi e Habibollah Latifi, rinchiusi nei bracci della morte della Repubblica Islamica dopo essere stati condannati a morte negli ultimi mesi. Gli ultimi due hanno presentato ricorso e sono in attesa della sentenza d'appello.Tutti e sei sono stati condannati a morte con l’accusa di appartenere o sostenere il Pjak, gruppo armato affiliato al turco Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Ma i loro legali affermano che si tratta di accuse false e che i loro difesi sono semplicemente attivisti civili.
'Hanno accusato il mio cliente di trasportare esplosivi - dice Khalil Bahramian, avvocato di Kamangar - e lo hanno torturato nella prigione di Kermanshah. In realta' e' solo un insegnante interessato alla difesa dell'ambiente e dei diritti umani'. Kamangar e' in carcere gia' da due anni, essendo stato arrestato nell'estate del 2006 insieme a Vakili e Heidarian.
'Quelli che lo hanno condannato - aggiunge il legale - non si possono considerare veri giudici, ma semplici esecutori degli ordini delle forze di sicurezza'.
'E' ridicolo - afferma Nehmat Ahmadi, avvocato di Panahi e Latifi - che si possa condannare a morte un prigioniero politico. Non siamo nel Medio Evo e la nostra Costituzione afferma che ognuno e' libero di esprimere le proprie opinioni'. I Curdi sono in Iran circa 12 milioni, cioe' il 15% della popolazione. Secondo le organizzazioni a difesa dei diritti umani la repressione in Iran degli attivisti politici curdi si va intensificando, con uso di tortura e processi arbitrari. Intanto il 29 settembre un altro ragazzo è stato impiccato nella città iraniana di Kermanshah per un crimine che avrebbe commesso da minorenne. Si tratta di Homayon Shabestari, 21 anni, giustiziato in prigione per fatti risalenti al 2005.