11 Giugno 2024 :
08/06/2024 - IRAN. Narges Mohammadi non presenzia all’ennesimo processo contro di lei
Premio Nobel per la pace 2023
La vincitrice del Nobel per la pace e attivista per i diritti delle donne si rifiuta di partecipare alle udienze a Teheran
Un nuovo processo contro la vincitrice del premio Nobel per la pace iraniana Narges Mohammadi si è aperto sabato in sua assenza, ha dichiarato suo avvocato, Mostafa Nili.
Narges Mohammadi, 52 anni, è in carcere dal novembre 2021 per diverse condanne passate in giudicato relative alle sue contestazioni della legge dell'hijab obbligatorio e della pena capitale in Iran.
“L'udienza di Narges Mohammadi si è tenuta oggi senza la sua presenza presso la 29a sezione del tribunale rivoluzionario nella capitale Teheran”, ha dichiarato il suo avvocato, Mostafa Nili, su X.
Nili ha detto che la sua cliente è stata “accusata di propaganda contro lo Stato” per “i suoi commenti su Dina Ghalibaf e sul boicottaggio delle elezioni legislative” tenutesi a marzo.
I gruppi per i diritti hanno affermato che Ghalibaf, giornalista e studentessa, è stata arrestata dopo aver accusato sui social media le forze di sicurezza di averla ammanettata e aggredita sessualmente durante un precedente arresto in una stazione della metropolitana. Da allora è stata rilasciata.
Il 22 aprile, il sito web Mizan Online della magistratura iraniana ha dichiarato che Ghalibaf “non è stata violentata” e che è stata perseguita per aver fatto una “falsa dichiarazione”.
Il mese scorso la famiglia di Mohammadi ha dichiarato che l'ultimo processo dovrebbe svolgersi pubblicamente, in modo che “i testimoni e le sopravvissute possano testimoniare le aggressioni sessuali perpetrate dal regime della Repubblica islamica contro le donne”.
A marzo il premio Nobel ha condiviso un messaggio audio dal carcere, in cui denunciava una “guerra su larga scala contro le donne” nella Repubblica islamica.
Negli ultimi mesi la polizia iraniana ha intensificato l'applicazione del codice di abbigliamento islamico per le donne, ricorrendo in particolare alla videosorveglianza.
Secondo le regole adottate poco dopo la rivoluzione islamica del 1979, le donne in Iran devono coprirsi i capelli e vestirsi "in modo modesto" negli spazi pubblici.