09 Luglio 2023 :
(08/07/2023) - Mohammad Ramez Rashidi e Naeem Hashem Ghotali impiccati in pubblico l'8 luglio.
La mattina di sabato 8 luglio 2023, le esecuzioni di Mohammad Ramez Rashidi e Sayed Na'im Hashemi Qatali, entrambi cittadini afgani, sono state effettuate in un luogo pubblico a Shiraz.
Il sito web "Mizan", strettamente associato alla magistratura iraniana, ha dichiarato che questi individui erano stati condannati a morte perché ritenuti collegati all'ISIS.
Il 26 ottobre 2022, un terrorista armato aveva fatto irruzione all'interno del santuario di Shah-e Cheragh, nella città di Shiraz, un luogo sacro per gli Sciiti, uccidendo 13 pellegrini, tra cui donne e bambini, e ferendone dozzine prima di essere ferito e arrestato dalle forze di sicurezza. Il terrorista è successivamente morto in un ospedale. Il governo aveva subito incolpato gli estremisti sunniti di Daesh, gruppo noto anche con la sigla ISIS. Secondo i media governativi, l’attentato era stato rivendicato, appunto, dall’ISIS. Alcune persone sospettate di complicità erano state arrestate nell’immediatezza dei fatti, e circa due settimane dopo il ministero dell'Intelligence aveva annunciato l'arresto di 26 terroristi takfiri per coinvolgimento nell'attacco. Gli uomini erano cittadini della Repubblica dell'Azerbaigian, del Tagikistan e dell'Afghanistan, e nessuno di loro è iraniano. Il processo per i fatti del "Shah-Cheragh" è iniziato nel gennaio 2023 nei tribunali rivoluzionari di Shiraz e Teheran, e si è concluso nel marzo dello stesso anno. I media filogovernativi avevano riportato la notizia della conclusione del processo, senza però indicare i nomi degli imputati. In quell’occasione (vedi NtC 18/03/2023), avevano riferito che 2 persone erano state condannate a morte per “corruzione sulla terra”, “ribellione armata” e per aver agito contro la sicurezza nazionale, mentre altri 3 uomini erano stati condannati a 5, 15 e 25 anni.
Il capo della giustizia della provincia di Fars aveva precedentemente annunciato che l'esecuzione di questi due cittadini afgani sarebbe avvenuta in maniera pubblica in “9th Dey Street” a Shiraz.
Sulla base delle informazioni disponibili, e come purtroppo succede sempre nei processi “politici” in Iran, agli imputati non è stato concesso di essere assistiti da avvocati di fiducia, e più in generale sono stati privati dei più elementari diritti ad un “equo processo”.
Il caso "Shah-Cheragh" è stato etichettato dall'opinione pubblica iraniana come una sparatoria "messa in scena dal governo" volta a distrarre il pubblico sulla rivolta popolare che allora era in corso in tutto il paese.
Ahmad Vahidi, ministro dell'Interno, e Mohammad Bagher Ghalibaf, presidente del parlamento della Repubblica islamica, hanno associato il verificarsi dell'incidente dello “Shah-Cheragh” allo sfondo dei disordini a livello nazionale. Queste dichiarazioni hanno contribuito a far prevalere l'ipotesi di un coinvolgimento del governo nell'orchestrazione dell'evento.
Come organizzazione per i diritti umani, affermiamo che a Mohammad Ramez Rashidi e Sayed Na'im Hashemi sono stati negati i diritti fondamentali degli imputati. Inoltre, a causa della situazione unica in Afghanistan, non hanno potuto accedere alle autorità consolari. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani, compresa la Croce Rossa, non hanno avuto alcun contatto con le vittime.
https://hengaw.net/en/news/2023/07/public-execution-of-suspects-in-the-shah-cheragh-case
https://iranhr.net/en/articles/6042/