08 Maggio 2017 :
Salar Shadizadi, che era stato condannato a morte per un crimine commesso quando era minorenne, è stato rilasciato dopo dieci anni dalla prigione di Rasht, nel nord dell'Iran.
Salar, oggi 25enne, è stato diverse volte sul punto di essere giustiziato in relazione ad un omicidio accaduto quando aveva appena 15 anni.
In una lettera dal carcere nel 2015, Salar ha spiegato di aver causato “involontariamente" la morte "catastrofica" di un suo amico d'infanzia colpendo un oggetto in movimento sotto un panno, durante un gioco "sciocco" al buio. Il suo amico lo aveva sfidato ad andare nel giardino di notte, sapendo che Salar aveva molto paura. Salar ha detto di aver capito quanto commesso solo dopo aver pugnalato l'oggetto.
Salar aveva affermato di essere stato torturato e maltrattato nella fase delle indagini e di non aver avuto accesso a un avvocato fino a quando il caso non è stato inviato in tribunale per il processo.
Nel dicembre 2007 era stato condannato a morte, una sentenza in seguito approvata dalla Corte Suprema. Gli era stato concesso un riesame all'inizio del 2016, ma era stato nuovamente condannato all’impiccagione nel novembre 2016.
Nel febbraio 2017, la famiglia della vittima gli ha concesso il perdono in cambio del "prezzo del sangue" (diyah) ed è stato rilasciato il 25 aprile 2017. Secondo la legge iraniana, i condannati alla "Qesas" (retribuzione) possono evitare la pena di morte solo se la famiglia della vittima accetta un risarcimento.