19 Luglio 2022 :
Milad Hatemi, star di Instagram, rischia la pena di morte per siti di scommesse
La star di Instagram Milad Hatemi è stata incriminata con l'accusa di "corruzione sulla terra" per una presunta operazione di gioco d'azzardo online. Il reato comporta la pena di morte.
L'ex influencer è uno dei tanti accusati dalla Repubblica Islamica di trarre profitto illegale da piattaforme di gioco d'azzardo e di aver riciclato denaro all'estero. È stato arrestato in Turchia a seguito di un “avviso rosso” dell'Interpol e consegnato all'Iran lo scorso marzo.
L'accusa, condivisa dal media center della magistratura iraniana il 14 luglio, accusa Hatemi di "corruzione sulla terra attraverso abusi diffusi e interruzione del sistema monetario e valutario del paese, per un importo minimo di oltre mezzo milione di dollari USA ($ 550.290), riciclando la stessa somma, aprendo una piattaforma di gioco e incoraggiando la corruzione”.
Il caso è stato assegnato alla 15a sezione della Corte Generale e Rivoluzionaria di Teheran. L'anno scorso la TV di stato ha mandato in onda un video che mostrava Hatemi, detenuto, mentre faceva una confessione apparentemente forzata. L'accusa contro di lui è mal definita nel codice penale islamico, ma in passato è stata usata per perseguire e condannare persone imputate di reati che, non esistendo ai tempi del Profeta, o comunque non essendo previsti esplicitamente dal Corano, risultano di difficile definizione. Questo reato è stato attribuito a gestori di case d’appuntamento, venditori di alcolici, o critici del regime estranei ad altri reati.
Hatemi viveva in Turchia da alcuni anni con la moglie e il figlio piccolo. A un certo punto aveva più di quattro milioni di follower su Instagram e aveva pubblicato online foto e video del loro stile di vita glamour, molte dei quali con auto di lusso. È uno degli almeno 9 personaggi persiani famosi su Instagram accusati dalla Repubblica Islamica negli ultimi anni di gestire siti di scommesse "illegali". Includono il rapper Amir Tataloo, che è stato arrestato in Turchia nel gennaio 2020. All'epoca doveva essere estradato, ma da allora non è stato pubblicato alcun aggiornamento sul caso. Nel marzo di quest'anno, l’8a sezione del tribunale penale di Teheran ha emesso una nuova citazione per Tataloo, Donya Jahanbakht e Sasha Sobhani, che ora si ritiene risiedano a Londra. L'anno scorso Sobhani ha negato pubblicamente le accuse e in precedenza aveva chiesto asilo in Spagna, dicendo di temere per la propria vita se all'avviso rosso fosse seguita l’estradizione.
Un “avviso rosso” dell’Interpol non è un mandato di cattura internazionale, ma è una richiesta da parte di uno Stato alle forze di polizia di tutto il mondo di individuare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa che venga decisa la sua eventuale estradizione. Questo meccanismo negli ultimi anni è stato al centro di molte polemiche per il continuo abuso che ne fanno diversi regimi autoritari. Accanto alle legittime richieste di arresti per reati effettivi e gravi, molti governi negli ultimi anni hanno usato sempre più spesso il sistema per perseguitare dissidenti politici ovunque, sulla base di accuse che spesso riguardano improbabili reati finanziari o “vandalismo”.
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