16 Marzo 2021 :
Maryam Karimi è stata giustiziata nella prigione di Rasht il 13 marzo. Secondo alcune fonti, la figlia 19nne della donna potrebbe aver partecipato attivamente all’esecuzione.
La notizia è stata riportata il 15 marzo da IHR. Maryam (Massoumeh) Karimi era accusata di aver ucciso, aiutata dal proprio padre, Ebrahimi Karimi, il marito, un uomo fisicamente violento, che abusava di lei, e che non voleva concederle il divorzio. Padre e figlia vennero condannati a morte 13 anni fa. All’epoca la coppia aveva una figlia di 6 anni, alla quale era stato detto che entrambe i genitori erano morti. Poche settimane fa, in preparazione all’esecuzione, alla giovane è stata detta la verità. La legge iraniana attribuisce un ruolo attivo ai “parenti più prossimi”. Ad essi viene riconosciuto il potere (di solito dopo il pagamento di un risarcimento economico) di concedere “clemenza” ma, in senso opposto, vengono anche incoraggiati a partecipare attivamente alle esecuzioni. Alcune volte nei resoconti delle impiccagioni in Iran si legge che il “parente” ha scalciato personalmente lo sgabello da sotto le gambe del giustiziando. IHR il 22 febbraio aveva segnalato che padre e figlia erano stati portati in isolamento in attesa dell’esecuzione. Oggi una fonte di IHR ha riferito che dopo l’esecuzione della figlia, il padre è stato portato al patibolo perché potesse vederla penzolare, ma poi, per motivi che la fonte di IHR non è stata in grado di specificare, è stato riportato in isolamento, e non giustiziato a sua volta. Sembra anzi che nell’arco delle prossime 48 ora verrà tolto dall’isolamento e riportato al reparto “normale”.
Iran Human Rights condanna l'esecuzione e chiede che vengano abrogate le condanne a punizione crudeli e disumane. Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di IHR, ha dichiarato: “Le leggi della Repubblica islamica fanno di una ragazza il cui padre è stato ucciso quando era bambina, la carnefice di sua madre. La Repubblica Islamica è oggi il principale promotore della violenza nella società iraniana".
Oltre a definire la pena di morte disumana, Iran Human Rights ha già chiesto l'abrogazione dell’altrettanto disumana legge di “qisas”. Il concetto di “qisas”, tradotto fuori dal mondo islamico con “restituzione dello stesso tipo”, ritorsione, punizione in natura, "legge del taglione”, si applica ai reati di sangue, per cui ogni omicidio viene punito con un altro omicidio. IHR ritiene che porre la responsabilità dell'esecuzione sulle spalle dei parenti delle vittime favorisca il perpetuarsi di ulteriori violenze e crudeltà.
Al momento, l'esecuzione di Maryam Karimi non è stata riportata dai media in Iran.
https://iranhr.net/en/articles/4668/