25 Agosto 2020 :
In una lettera aperta, quarantaquattro avvocati in Iran hanno esortato un'importante sostenitrice iraniana dei diritti umani, la signora Nasrin Sotoudeh, e altri prigionieri politici a porre fine ai loro scioperi della fame ed evitare di mettere in pericolo la propria vita. Gli avvocati, in una lettera pubblicata il 22 agosto, chiedono anche che le autorità rilascino i detenuti per affrontare l’epidemia di Coronavirus. Gli avvocati nella loro lettera affermano che, nel mezzo di una pandemia, chiedere il rilascio provvisorio di prigionieri politici e altri detenuti è una proposta realistica, logica, umana, e consistente da un punto di vista legale. In una lettera dell'11 agosto, la pluripremiata avvocatessa Nasrin Sotoudeh, aveva annunciato di aver iniziato uno sciopero della fame. Sotoudeh aveva condotto uno sciopero della fame anche lo scorso marzo per protestare contro le condizioni insopportabili nelle carceri iraniane. La diffusa epidemia di coronavirus in Iran e le segnalazioni di prigionieri politici che hanno contratto il virus mortale hanno sollevato preoccupazioni sulla loro sicurezza. Come riportato dall'avvocato di Sotoudeh, Mohammad Moghimi (anche Moqimi), la sua cliente ha deciso di fare uno sciopero della fame per protestare contro la condizione "ingiusta" e "illegale" dei prigionieri politici in Iran, ulteriormente "peggiorata" in seguito all’epidemia di Coronavirus. L'Atlante delle Prigioni Iraniane (Atlas of Iranian Prisons), sito gestito da una Ong, riporta anche che in seguito allo scoppio del coronavirus nella famigerata prigione di Evin di Teheran, dozzine di prigionieri politici nel reparto 8 hanno tenuto un sit-in di protesta lunedì 10 agosto. Il sito web che difende i diritti dei prigionieri ha anche affermato che "27 prigionieri politici hanno partecipato al sit-in di protesta e hanno chiesto un'indagine immediata sulle terribili condizioni di Evin". Rifacendosi a queste notizie, nella lettera aperta gli avvocati iraniani hanno scritto: "La signora Sotoudeh e alcuni dei nostri compatrioti oppressi in prigione, che non trovano un modo per rivendicare i loro diritti così come i diritti del popolo, hanno intrapreso uno sciopero della fame come ultima risorsa mettendo in pericolo la propria vita, mettendo a rischio la propria salute, cercando di influenzare il comportamento autoritario ed extragiudiziale dei governanti e di trasmettere il loro messaggio al popolo". Sotoudeh ha difeso molti attivisti per i diritti umani, attiviste per i diritti delle donne, vittime di abusi sui minori, e imputati minorenni nel braccio della morte. In precedenza era stata incarcerata dall'agosto 2010 al settembre 2013 per le sue attività professionali e relative ai diritti umani. Lo scorso febbraio, il presidente francese Macron ha invitato personalmente Nasrin Sotoudeh, a partecipare a un consiglio del G7 per la promozione dei diritti umani. "Sono lieto di invitarla a questa iniziativa per promuovere la reale parità tra donne e uomini in tutto il mondo", ha scritto Macron a Sotoudeh. Il seggio di Sotoudeh nel consiglio in Francia è stato mantenuto vacante e adornato con un bouquet mentre era dietro le sbarre nella famigerata prigione di Evin a Teheran. La lettera degli avvocati, come del resto gli interventi di diverse Ong che hanno la sede fuori dall’Iran, invitano la comunità internazionale a tenere alta la guardia sul caso Sotoudeh, come simbolo della lotta per i diritti umani in Iran.