IRAN. LA FRANCIA VIETA MANIFESTAZIONE DELLA RESISTENZA IRANIANA

Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino

07 Febbraio 2005 :

La Prefettura di Parigi ha cancellato la manifestazione della resistenza iraniana in piazza Trocadéro a Parigi a favore della democrazia e contro la violazione dei diritti umani in Iran, prevista per il 10 febbraio prossimo, 26° anniversario della rivoluzione anti monarchica del 1979.
Secondo gli organizzatori, più di 40.000 iraniani di tutta Europa avevano l'intenzione di parteciparvi; più di 250 parlamentari dei paesi europei avevano aderito a sostegno dell’appello della Presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, per un cambiamento democratico in Iran; una sessantina di organizzazioni francesi avrebbero partecipato alla manifestazione, tra cui l'Associazione dei lavoratori magrebini, il Consiglio dei democratici musulmani della Francia, l'Unione degli studenti ebrei della Francia, Ensemble contre la peine de mort, l'Organizzazione Mondiale contro la Tortura, il Partito Radicale di Sinistra.
“Il regime tirannico dei mullah ha ottenuto quello che voleva,” ha dichiarato Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, che aveva dato la sua adesione alla manifestazione di Parigi. “Impedire con l’arma del ricatto politico e commerciale che avvenga in Europa ciò che con le armi della violenza e della intimidazione il regime iraniano impedisce ogni giorno in Iran: la pur minima e pacifica manifestazione di dissenso.” “Ma qui non si tratta più – ha proseguito D’Elia – della cattiveria del potere teocratico e oppressivo iraniano; in discussione è la credibilità del sistema giuridico e democratico europeo. Con il divieto opposto dal governo francese alla manifestazione della resistenza iraniana, Parigi si dimostra essere la capitale europea della intolleranza verso il dissenso e del cedimento alla tirannia.” “D’altra parte – conclude D’Elia – l’Unione Europea continua a fare affari con un paese che nel mondo è secondo solo alla Cina quanto a numero di esecuzioni, dove alle ultime elezioni hanno potuto partecipare solo candidati islamicamente corretti, dove non c’è più neanche il gioco delle parti tra riformatori e conservatori e si detta legge solo in base al Corano.”
 

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