10 Luglio 2022 :
Keyvan Emamverdi condannato a morte. Accusato di stupri seriali, dal suo caso era nato il #MeToo iraniano.
La notizia è riportata da “Arab News”, secondo cui sabato 9 luglio dei non meglio precisati “media locali”, hanno dato la notizia della condanna in primo grado di Emamverdi. L’uomo, studioso di archeologia e proprietario di un negozio di libri, era stato arrestato nell’agosto 2020 dopo che almeno 20 donne, la maggior parte anonimamente, usando su Twitter l’hashtag #rape, lo avevano accusato di stupro. L’egenzai di stampa filogovernativa ISNA ha riportato la dichiarazione dell’avvocatessa Shima Ghousheh, che al processo ha rappresentato 5 delle donne, secondo cui Emamverdi è stato condannato a morte per “corruzione sulla terra” (Mofsed-e-filarz).
Le vittime si erano fatte avanti online raccontando che Emamverdi avesse drogato i loro drink prima di violentarle, scatenando una rabbia diffusa nella Repubblica islamica.
La polizia ha quindi invitato le accusatrici a sporgere una denuncia formale.
L'arresto di Emamverdi è stata una mossa rara nella Repubblica islamica, dove la violenza sessuale è considerata un argomento tabù e le autorità intervengono raramente su tali casi, a meno che non si tratti di casi particolarmente chiari. Occorre infatti ricordare che per il codice penale islamico tradizionale, la testimonianza di una donna vale, in tribunale, la metà di quella di un uomo. Nel caso “convenzionale” in cui una donna accusasse un uomo e l’uomo negasse, in mancanza di altri elementi l’uomo, ai sensi della Sharia, dovrebbe essere assolto la qual cosa, in un’epoca in cui le donne non vivono più ristrette in casa ma comunicano tra di loro attraverso i social, creerebbe imbarazzo.
https://www.arabnews.com/node/2119496/middle-east