IRAN: IMPICCATO PER UN OMICIDIO COMMESSO DA MINORENNE

Shayan Saeedpour

22 Aprile 2020 :

Un ragazzo è stato impiccato il 21 aprile 2020 nella prigione di Saqqez, in Iran, per un omicidio commesso quando era minorenne.
Shayan Saeedpour era una delle circa 80 persone evase dalla stessa prigione di Saqqez lo scorso 27 marzo. Ricatturato nei giorni successivi, la sua procedura di esecuzione è stata accelerata, verosimilmente come “monito” per i detenuti che protestano contro l’inazione del governo di fronte all’epidemia di coronavirus, epidemia che nelle carceri sovraffollate del Paese ha provocato diverse rivolte, alcune delle quali culminate in evasioni di massa. Destino simile aveva subito nei giorni scorsi un altro detenuto evaso da Saqqez, Mostafa Salimi, catturato in Iraq, riportato a Saqqez e impiccato l’11 aprile.
Iran Human Rights ha condannato fermamente l'esecuzione del giovane, e chiede una forte reazione internazionale.
Il direttore di IHR, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha dichiarato: "L'esecuzione di minorenni è un crimine internazionale e deve essere condannata dalla comunità internazionale, in particolare dai governi europei. Il mondo deve dimostrare che i diritti umani fondamentali non sono dimenticati sotto la pandemia del Coronavirus". Shayan Saeedpour era stato arrestato all’età di 17 anni, dopo che si era costituito alla polizia. È stato processato con l’accusa di aver ucciso una persona durante una lite in strada nell’agosto 2015.
Nell'ottobre 2018 la prima sezione del tribunale della regione del Kurdistan lo aveva condannato a morte per omicidio di primo grado, e a 80 frustate per aver bevuto alcolici.
Secondo i familiari, il ragazzo, prima del reato commesso, era in cura da uno psichiatra. I familiari di Saeedpour sono stati convocati il 20 aprile presso la prigione di Sanandaj, dove il ragazzo era stato portato dopo il nuovo arresto, per avere un ultimo colloquio con lui.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo vieta chiaramente sia l'esecuzione che la condanna all’ergastolo per coloro che commettono un crimine prima di compiere 18 anni. Mentre per tutti i casi di omicidio (tranne la legittima difesa e l’omicidio involontario) in Iran è prevista la pena di morte, quando si tratta di minori una recente modifica dell'articolo 91 del codice penale consente ai giudici di valutare il grado di maturità di un giovane, e considerare una eventuale pena alternativa. Una fonte vicina alla famiglia di Shayan ha detto a IHR: "Circa due anni dopo il suo arresto, il tribunale ha disposto una perizia psichiatrica su Shayan per scoprire se fosse abbastanza maturo per realizzare o meno la natura del crimine. Gli esperti gli hanno posto solo una domanda e hanno concluso che si era reso conto della natura del crimine". La stessa fonte ha riferito a IHR che il giovane soffriva di un disturbo psichiatrico, per il quale però in carcere riceveva cure inadeguate. IHR sottolinea ancora una volta che l'articolo 91 del codice penale islamico iraniano rivisto non è sufficiente per fermare le esecuzioni minorili. Le autorità iraniane devono smettere di emettere condanne a morte per minorenni senza eccezioni.

 

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