30 Gennaio 2023 :
29 gennaio. Gli Stati Uniti accusano tre persone di un complotto sostenuto dall'Iran per uccidere Masih Alinejad
I pubblici ministeri statunitensi hanno accusato tre presunti membri di un'organizzazione criminale con legami con il governo iraniano di aver cospirato per uccidere una cittadina statunitense di origine iraniana a New York.
Il Dipartimento di Giustizia (Ministero della Giustizia, ndt) in un comunicato del 27 gennaio ha reso noto di aver formalizzato le accuse contro 3 cittadini dell’Europa dell’Est, appartenenti alla criminalità, che al soldo del governo iraniano avrebbero tentato di uccidere una nota dissidente residente a New York, Masih Alinejad.
"Un tribunale federale di New York ha oggi formalizzato le accuse di omicidio su commissione e riciclaggio di denaro nei confronti di tre membri di un'organizzazione criminale dell'Europa orientale per aver pianificato l'omicidio di un cittadino statunitense che è stato preso di mira dal governo iraniano per essersi espresso contro il regime violazioni dei diritti umani.
Secondo i documenti del tribunale, Rafat Amirov, alias Farkhaddin Mirzoev, alias Pᴎᴍ, alias Rome, 43 anni, dell'Iran; Polad Omarov, alias Araz Aliyev, alias Polad Qaqa, alias Haci Qaqa, 38 anni, della Repubblica Ceca; e Khalid Mehdiyev, 24 anni, di Yonkers, New York, sono accusati di riciclaggio di denaro e omicidio su commissione in un atto d'accusa sostitutivo svelato oggi nel distretto meridionale di New York. Amirov, che risiede in Iran, è arrivato nel Distretto Meridionale di New York il 26 gennaio, e oggi sarà chiamato in giudizio davanti al Magistrate Judge Sarah L. Cave. Mehdiyev è stato arrestato il 29 luglio 2022, con le accuse contenute in una denuncia penale sottostante e sarà citato in giudizio sulle accuse nell'accusa sostitutiva davanti all'onorevole Colleen McMahon il 31 gennaio 2023. E.T. Omarov è stato arrestato nella Repubblica Ceca il 4 gennaio 2023 e gli Stati Uniti chiederanno la sua estradizione.
I tre apparterrebbero a una "organizzazione criminale dell'Europa orientale" chiamata "Organizzazione".
"L'Organizzazione ha legami con l'Iran ed è violenta, impegnata in omicidi, rapimenti, aggressioni ed estorsioni, e i membri in genere si identificano con tatuaggi e altre esibizioni di stelle a otto punte", afferma la dichiarazione.
Nel comunicato non viene fatto il nome della vittima, ma Mehdiyev era stato arrestato lo scorso 28 luglio fuori dalla casa di Brooklyn della giornalista Masih Alinejad. Per due giorni era stato tenuto sotto sorveglianza dal FBI, e più volte ripreso dalle telecamere di sorveglianza della casa dell’esule iraniana, mentre suonava al campanello cercando di farsi aprire. Nell’auto dell’uomo gli agenti federali hanno rinvenuto un fucile AK 47 con la matricola abrasa. Le successive indagini hanno portato all’individuazione dei complici. Amirov, il leader del gruppo, colui che avrebbe avuto contatti diretti con l’intelligence iraniana, è stato arrestato «all’estero» nei giorni scorsi, mentre Omarov, georgiano, è stato fermato nella Repubblica Ceca all’inizio di gennaio e gli Usa ne attendono l’estradizione. I due uomini sono accusati di aver reclutato Mehdiyev, la cui famiglia è iraniana ma è nato nello stato di New York, e di avergli versato 30.000 dollari per uccidere Alinejad.
Alinejad, che ha lasciato l’Iran nel 2009, è cittadina statunitense dal 2019. La giornalista ha pubblicato un video su Twitter, dicendo: “Sapevo che uccidere, assassinare, impiccare, torturare, stuprare è nel DNA della Repubblica islamica. Ed è per questo che sono venuto negli Stati Uniti d'America: per esercitare i miei diritti, la libertà di espressione, per dare voce al coraggioso popolo dell'Iran".
Damian Williams, il procuratore del Southern District of New York, ha affermato che è la seconda volta negli ultimi due anni che le autorità statunitensi “hanno interrotto i complotti originati dall'interno dell'Iran per rapire o uccidere questa vittima per il 'crimine' di esercitare il potere diritto alla libertà di parola, al pensiero politico indipendente e alla difesa dei diritti degli oppressi e dei diseredati all'interno dell'Iran.
Il riferimento è a un’indagine conclusa nel luglio 2021, al termine della quale un procuratore federale a New York ha chiesto il rinvio a giudizio per 5 persone, anche loro accusate di voler rapire Masih Alinejad per trasportarla, presumibilmente, in Venezuela, dittatura amica di quella iraniana. In quel caso il rinvio a giudizio venne chiesto per Alireza Shavaroghi Farahani, 50 anni, un funzionario dell'intelligence iraniana e tre "risorse dell'intelligence iraniana". Un quinto imputato, accusato di aver fiancheggiato gli operativi, era stato arrestato in California.
Il procuratore generale Merrick B. Garland ha affermato che gli Stati Uniti "non tollereranno i tentativi di una potenza straniera di minacciare, mettere a tacere o danneggiare gli americani". "Non ci fermeremo davanti a nulla per identificare, trovare e consegnare alla giustizia coloro che mettono in pericolo la sicurezza del popolo americano", ha aggiunto.
Il vice procuratore generale Lisa O. Monaco ha affermato che l'atto di accusa del 27 gennaio "mostra una pericolosa minaccia alla sicurezza nazionale: una doppia minaccia rappresentata da un feroce gruppo criminale transnazionale che opera da quello che pensava fosse il rifugio sicuro di una nazione canaglia: l'Iran".
Gli apparati segreti iraniani, dall’intelligence alla divisione Qods dei pasdaran, hanno da tempo scelto una tattica precisa quanto consolidata per colpire gli oppositori all’estero. Si sono affidati a criminali comuni, elementi di Paesi terzi non necessariamente di fede sciita, a persone non direttamente collegabili a motivazioni politiche.
In qualche caso, per il lavoro di ricognizione, hanno ingaggiato degli investigatori privati in Occidente incaricandoli di seguire il target senza però svelare le reali intenzioni. Un’inchiesta statunitense ha scoperto che i «khomeinisti» si erano rivolti ad un ex poliziotto di New York che doveva raccogliere informazioni proprio su Masih Aljnejad, la sua missione era di ricostruire il «sentiero di vita» – movimenti, abitudini, amicizie - della giornalista per poi sequestrarla.
Tracce di questo modus operandi sono emerse in Olanda, Emirati, Usa, Turchia, Colombia, Cipro, luoghi dove gli 007 erano sulle tracce di dissidenti o di bersagli israeliani.
https://english.shabtabnews.com/2023/01/29/us-indicts-three-in-iran-backed-plot-to-kill-masih-alinejad/
https://www.ifmat.org/08/12/man-arrested-near-home-of-iranian-dissident-faces-gun-charge/
https://www.justice.gov/opa/pr/justice-department-announces-charges-and-new-arrest-connection-assassination-plot-directed
«Un assassino qualunque»: il piano dell’Iran per uccidere l’attivista Masih Alinejad, a New York- Corriere.it