IRAN: ESECUZIONI PER DROGA CALATE DEL 99%

30 Maggio 2018 :

L'applicazione della pena di morte per reati di droga è quasi sparita in Iran, sebbene i difensori dei diritti umani continuino a esprimere preoccupazione per la risposta del sistema giudiziario iraniano nei confronti delle droghe.
Una sola persona è stata giustiziata per reati di droga in Iran dall'inizio del 2018, mentre almeno 112 erano state messe a morte nel Paese per crimini del genere nello stesso periodo del 2017, secondo l'organizzazione non-profit Iran Human Rights (IHR).
Questo evidente cambiamento è in gran parte il risultato di un emendamento alla legislazione nazionale sulle droghe che è entrato in vigore a novembre 2017.
Come ha riferito Talking Drugs, l'emendamento non ha rimosso la pena di morte dai codici; piuttosto, ha aumentato significativamente la quantità minima di droga che una persona deve possedere per poter essere condannata a morte. La legge iraniana divide in generale le droghe in due categorie; droghe trasformate/chimiche e droghe naturali. Per la prima categoria, che include eroina e cocaina, la quantità necessaria il cui possesso consente la pena di morte è passata da 30 grammi a due chilogrammi. Per le droghe "naturali", come la cannabis e l'oppio, la quantità equivalente è passata da cinque chilogrammi a 50 chilogrammi.
Inoltre, le persone possono ancora essere condannate a morte per determinati altri reati di droga che non tengono conto della quantità. Questo include persone che "sfruttano minori di età inferiore a 18 anni [quando trafficano droghe], trasportano o usano armi da fuoco mentre commettono reati legati alla droga, o hanno una precedente condanna a morte o una condanna a più di 15 anni di carcere o all’ergastolo", secondo il Middle East Eye. La legge consente inoltre alle persone di essere giustiziate per essere il "capo" di un gruppo di trafficanti di droga, così come nel caso di Kiomars Nosuhi, l'uomo giustiziato per reati di droga in Iran quest'anno.
L'IHR ha risposto alle conseguenze dell'emendamento con cauto ottimismo, ma rimane fortemente critico nei confronti di ciò che considera un sistema giudiziario repressivo e corrotto.

 

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