IRAN: CORTE SUPREMA CONFERMA TRE CONDANNE A MORTE PER LE ‘PROTESTE DI NOVEMBRE’

Amir-Hossein Moradi, Saeed Tamjidi e Mohammad Rajabi

26 Giugno 2020 :

La Corte Suprema iraniana ha confermato le condanne a morte che erano state emesse contro tre giovani in relazione alle proteste dello scorso novembre, ha riportato il 24 giugno 2020 il sito della Human Rights Activists News Agency (HRANA).
I tre giovani, che si chiamano Amir Hossein Moradi, Saeed Tamjidi e Mohammad Rajabi, erano stati condannati a morte dal Tribunale Rivoluzionario di Teheran il 25 e 26 gennaio 2020.
La notizia, non pubblicata sui media ufficiali, è stata comunicata alla HRANA da uno degli avvocati degli imputati, che però non ha voluto essere identificato.
Al momento la notizia non compare sulla pagina in inglese di HRANA.
I tre giovani, tutti intorno ai 20 anni, erano stati arrestati durante le proteste di novembre scaturite dal triplicare dei prezzi dei carburanti.
In primo grado Amir Hossein Moradi è stato condannato a morte con l'accusa di "complicità in vandalismo e incendio doloso con l'intenzione di agire contro la Repubblica Islamica dell'Iran", 15 anni di carcere e 74 frustate per l'accusa di "complicità in rapina a mano armata aggravata dall’aver agito di notte" e un anno di reclusione per l'accusa di "attraversamento illegale di confine".
Saeed Tamjidi e Mohammad Rajabi sono stati entrambi condannati a morte con l'accusa di "complicità in vandalismo e incendio doloso con l'intento di agire contro la Repubblica Islamica dell'Iran", 10 anni di carcere e 74 frustate per l'accusa di "complicità in rapina a mano armata aggravata dall’aver agito di notte" e a un anno di reclusione per l'accusa di "attraversamento illegale di confine".
Tamjidi e Rajabi infatti si erano rifugiati in Turchia, ma lo stato confinante non ha riconosciuto loro nessun tipo di protezione e li ha immediatamente rimandati in Iran. I tre imputati sono stati accusati di appartenenza all'organizzazione dei Mujahedin del Popolo (Mujahedin-e Khalq -MEK), organizzazione che il governo iraniano considera, senza fornire prove convincenti, “terroristica”. Un altro imputato nel caso, Mojgan Eskandari, è stato condannato all'ergastolo con accuse simili mentre un quinto imputato, il cui nome completo non è stato divulgato, è in attesa di processo.

 

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