10 Dicembre 2019 :
La Corte Suprema iraniana ha confermato la condanna a morte di un uomo, Meisam, accusato di aver offeso il Profeta sui social media, fa riportato Iran Human Rights il 7 dicembre 2019.
L’uomo, di 39 anni, è stato riconosciuto colpevole dalle autorità iraniane di "aver insultato il profeta e gli imam" attraverso i messaggi inviati su Telegram, un'app di messaggistica istantanea. La notizia è riportata dall’agenzia filogovernativa ROKNA, che ha identificato l'uomo solo con il nome di Meisam. Oltre alla condanna a morte per blasfemia, l’imputato è stato anche condannato a una pena detentiva, alla fustigazione e a una multa per aver bevuto alcol, fabbricato alcol in casa, detenuto una bomboletta di spray al pepe, propaganda contro lo stato e altre imputazioni minori. Rokna ha affermato che il tribunale non ha accettato il “pentimento” dell’imputato, ritenendo invece grave che l’imputato avesse agito “sotto l'influenza di gruppi dissidenti". Secondo l'articolo 262 del codice penale islamico iraniano, insultare i profeti è punibile con la condanna a morte.