13 Luglio 2022 :
Gruppi per i diritti umani chiedono ai parlamentari belgi di respingere il trattato di scambio di prigionieri con l'Iran.
"Esortiamo il parlamento belga a dire no a un trattato che potrebbe comportare l'impunità per i trasgressori dei diritti umani e mettere in pericolo la vita degli europei e dei cittadini con doppia nazionalità". L’appello, sottoscritto da 11 organizzazioni per i diritti umani e della società civile, fa riferimento alla notizia pubblicata il 29 giugno (vedi NtC) secondo cui il Belgio ha in fase di approvazione un disegno di legge che autorizzi lo scambio di detenuti tra Belgio e Iran, India ed Emirati Arabi Uniti (EAU). Mentre nel caso di India e Emirati si tratterebbe di un normale accordo perché i detenuti per reati comuni in un paese possano scontare la parte rimanente della pena nella nazione di provenienza, accordo di “ordinaria amministrazione” che esiste tra molte nazioni del mondo, nel caso dell’Iran la questione è radicalmente diversa, perché l’Iran da molti anni “sequestra” cittadini stranieri, spesso iraniani che nel frattempo hanno acquisito anche una seconda nazionalità (circostanza che l’Iran considera una forma di tradimento), li sottopone a processi sommari, e li condanna a pene gravissime, spesso anche a morte, per reati dei quali non c’è nessuna evidenza. Questi “sequestri”, secondo molti osservatori internazionali, vengono organizzati in maniera mirata quando l’Iran ha bisogno di fare pressione su un paese piuttosto che su un altro per sbloccare trattative di vario tipo. Le Ong che si occupano di diritti umani in Iran ritengono che sia pericoloso per l’Europa continuare a cedere ai “ricatti” iraniani, perché ogni cedimento è un incoraggiamento ad ulteriori “sequestri”, e chiedono che il Belgio non approvi la legge in discussione alla Camera. Il Belgio infatti ha recentemente condannato 4 cittadini iraniani a pene tra i 16 e i 20 anni per aver organizzato un attentato dinamitardo, sventato da alcuni servizi segreti europei, contro una manifestazione di esuli iraniani che si è tenuta nel 2018 nei pressi di Parigi. Uno dei condannati, Asadollah Assadi, era, prima dell’arresto, un funzionario dell’ambasciata iraniana a Vienna. Per “ritorsione” gli iraniani hanno arrestato due cittadini belgi. Di uno le autorità belghe non hanno rivelato il nome, dell’altro si sa soltanto che sarebbe un professore iraniano-belga dell'Università di Lovanio. Poiché la legge in discussione in Belgio riconosce ai paesi che ottengono l’estradizione dei propri detenuti la possibilità di applicare i provvedimenti di clemenza che ritenessero opportuni, le ong composte da esuli iraniani negli ultimi giorni si sone dette certe che Assadi verrebbe accolto in Iran con tutti gli onori in quanto “vittima della persecuzione occidentale”, e scarcerato immediatamente.
Tra le altre cose, la lettera delle Ong dice: “Noi, le sottoscritte ONG, mettiamo in guardia contro un accordo politico che legittimerebbe la presa di ostaggi e lo scambio di prigionieri come un normale modo di gestire la politica estera da parte dell’Iran. Il Belgio deve rifiutare la spudorata strumentalizzazione delle vite umane che attua l'Iran per imporre la sua agenda politica alla comunità internazionale, non deve facilitarla.
In secondo luogo, siamo estremamente preoccupati per un accordo che consentirebbe di fatto il rilascio di Assadollah Asadi, un diplomatico iraniano condannato solo l'anno scorso per "tentato omicidio e coinvolgimento nel terrorismo", in relazione ad uno sventato attentato dinamitardo in Francia. La storia ci ha mostrato che l'assenza di responsabilità apre la strada al ripetersi delle violazioni dei diritti umani, come si è visto dopo il rilascio di Annis Naccache da parte della Francia in un altro accordo di scambio con l'Iran nel 1990.
Questo è il motivo per cui chiediamo al parlamento belga di respingere un trattato bilaterale che, come redatto attualmente, condonerebbe la politica di presa di ostaggi dell'Iran e contraddirebbe seriamente l'impegno del Belgio e dell'UE di ritenere responsabili gli autori di atti terroristici. Nel 2019 l'UE ha imposto sanzioni al ministero dell'intelligence e della sicurezza iraniano e a funzionari iraniani, tra cui Assadollah Asadi, per aver compiuto atti di violenza contro oppositori che vivono all'estero. Rimuovere le persone condannate per accuse di terrorismo dall'elenco dei potenziali beneficiari di questo accordo è il minimo che i parlamentari belgi possono fare per garantire che il Belgio non diventi complice dell'impunità che circonda gli agenti statali iraniani che perpetrano crimini all'estero.
Esortiamo il parlamento belga a dire no a un trattato che potrebbe comportare l'impunità per i trasgressori dei diritti umani e mettere in pericolo la vita degli europei e dei cittadini con doppia nazionalità. Esortiamo inoltre la comunità internazionale a intensificare i suoi sforzi per ritenere l'Iran responsabile per le sue violazioni dei diritti umani e per la sua spudorata strumentalizzazione delle vite umane.
L'impunità non dovrebbe mai essere un'opzione.”
Firmatari:
Abdorrahman Boroumand Center for Human Rights in Iran
All Human Rights for All in Iran
Association for the Human Rights of the Azerbaijani People in Iran (AHRAZ)
Baloch Activists Campaign
Impact Iran
Iran Human Rights (IHRNGO)
Iran Human Rights Documentation Center (IHRDC)
Kurdistan Human Rights Association - Geneva (KMMK-G)
Kurdpa Human Rights Organization
Rasank
Siamak Pourzand Foundation (SPF)
https://iranhr.net/en/articles/5341/