IRAN - Arvin Ghahremani, un giovane ebreo, è a rischio imminente di esecuzione

IRAN - Arvin Ghahremani

28 Settembre 2024 :

27/09/2024 - IRAN. Arvin Ghahremani, un giovane ebreo nel braccio della morte per omicidio, è a rischio imminente di esecuzione nel carcere centrale di Kermanshah dopo che il suo appello è stato nuovamente respinto dalla Corte Suprema. La famiglia della vittima, che in precedenza aveva acconsentito ad accettare un risarcimento al posto dell'esecuzione, ha rifiutato il cosiddetto “£prezzo del sangue” a causa della religione di Arvin.
Chiedendo l'immediata sospensione dell'esecuzione di Arvin Ghahremani, Iran Human Rights esorta la comunità internazionale e i Paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con le autorità della Repubblica islamica a dare priorità ai diritti umani, e in particolare alla pena di morte, nei loro incontri e negoziati per salvare la vita di Arvin.
Il direttore di IHR, Mahmood Amiry-Moghaddam, ha dichiarato: “Oltre alla disumanità della pena di morte e alla mancanza di diritti di un processo equo o di una magistratura indipendente, il processo giudiziario di Arvin Ghahremani, in quanto membro di una minoranza religiosa nella Repubblica islamica, dove la discriminazione è istituzionalizzata, è stato più ingiusto del solito. A questo punto, solo la pressione internazionale può salvare la vita di Arvin”.
Secondo le informazioni ottenute da Iran Human Rights, l'appello di Arvin Ghahremani è stato nuovamente respinto dalla Corte Suprema. E mentre la famiglia della vittima aveva originariamente scelto di accettare la diya (denaro insanguinato) al posto dell’esecuzione, ha rifiutato la somma richiesta dopo aver scoperto che Arvin era ebreo.
Arvin Ghahremani è un ventenne ebreo che è stato condannato alla qisas (punizione in natura) per l'omicidio durante una rissa di gruppo in strada quando aveva 18 anni. Secondo la sua famiglia, quando la vittima ha attaccato Arvin con un coltello, lui gli ha tolto l'arma e si è difeso. Arvin ha fatto di tutto per salvargli la vita dopo averlo ferito, ma la vittima è morta dopo che i soccorsi medici tardarono a raggiungerlo.
Al processo, l'avvocato d'ufficio di Arvin, per ragioni sconosciute, non lo ha difeso efficacemente e la sua linea difensiva non è stata illustrata adeguatamente alla corte.
Anche il precedente appello di Arvin era stato respinto in maniera sbrigativa, senza che molti elementi venissero esaminati.
In un messaggio audio precedentemente ottenuto da IHR, la madre di Arvin Ghahremani, Sonia Saadati, ha lanciato un appello per salvare la vita del figlio.
Le persone accusate di omicidio sono condannate a una punizione che si chiama “qisas” (in italiano tradotto come punizione in natura, o legge del taglione) indipendentemente dalle intenzioni o dalle circostanze, a causa della mancanza di gradualità della legge. Una volta che l'imputato è stato condannato, la famiglia della vittima deve scegliere tra la morte, la diya (denaro insanguinato o prezzo del sangue) o il perdono. In particolare, mentre la magistratura fissa ogni anno una somma indicativa, non esiste un limite legale all'importo che può essere richiesto dalle famiglie delle vittime. IHR ha registrato molti casi in cui gli imputati vengono giustiziati perché non possono permettersi di pagare il prezzo del sangue.
Sul suo caso vedi anche NtC 17/05/2024 e 24/05/2024.

https://iranhr.net/en/articles/6945/

 

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