21 Novembre 2016 :
Nessuno tocchi Caino rivolge un appello a Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione europea, perché ponga “la questione della pena di morte e più in generale del rispetto dei Diritti Umani al centro di incontri, relazioni, intese, piani di aiuto e sviluppo, anche economici e commerciali, con la Repubblica Islamica dell’Iran”. L’appello, sostenuto da intellettuali come Liliana Cavani, Erri De Luca, Roberta Mazzoni, Francesco Patierno, Marco Risi, Susanna Tamaro, Sandro Veronesi e Marco Vichi, sarà presentato, insieme al nuovo Rapporto sulla pena di morte in Iran, nel corso del seminario “Business Italia-Iran: un’analisi costi benefici” patrocinato da United Against Nuclear in Iran (UANI), che si svolge domani 22 novembre presso il Senato della Repubblica, “Sala di S. Maria in Aquiro” h. 16.“Se nei primi sei mesi del 2016, dopo l’entrata in vigore a gennaio dell’accordo sul nucleare e la revoca delle sanzioni, la bilancia nei rapporti commerciali fra Iran e Unione europea ha registrato un saldo positivo con una crescita su base annua del 43% - si legge nell’appello - la bilancia della giustizia e dei diritti umani nei rapporti tra regime dei Mullah e cittadini iraniani continua a registrare un saldo negativo sotto molti aspetti”.
Dal Rapporto di Nessuno tocchi Caino emerge infatti che almeno 2.691 prigionieri sono stati giustiziati in Iran dall’inizio della presidenza di Rouhani (tra il 1° luglio 2013 e il 13 novembre 2016).
Nel 2016, al 13 novembre, sono state effettuate almeno 477 esecuzioni, di cui 186 (circa il 40%) sono state riportate da fonti ufficiali iraniane (siti web della magistratura, televisione nazionale, agenzie di stampa e giornali statali), mentre 291 casi (circa il 60%) sono stati segnalati da fonti non ufficiali (organizzazioni non governative per i diritti umani o altre fonti interne iraniane). Questi dati appaiono significativamente inferiori rispetto al numero di esecuzioni effettuate nello stesso periodo del 2015 (anno in cui vi sono state almeno 970 esecuzioni, numero tra i più alti nella storia recente dell’Iran), ma sono sempre allarmanti, anche perché il numero effettivo delle esecuzioni è probabilmente molto superiore ai dati registrati da Nessuno tocchi Caino.
I reati che hanno motivato le condanne a morte eseguite nel 2016 sono così suddivisi in termini di frequenza: traffico di droga (282 esecuzioni, di cui 72 riportate da fonti ufficiali iraniane); omicidio (118, di cui 64 ufficiali); stupro (29, di cui 26 ufficiali); “terrorismo” (23, riportate da fonti ufficiali); reati politici e non violenti (4, di cui 2 ufficiali); moharebeh (fare guerra a Dio), rapina, estorsione e “corruzione in terra” (4, di cui 3 ufficiali). In almeno 17 altri casi, non sono stati specificati i reati per i quali i detenuti sono stati trovati colpevoli.
Le esecuzioni pubbliche sono continuate nel 2016 con almeno 24 persone che sono state impiccate sulla pubblica piazza (21 riportate da fonti ufficiali iraniane). Anche le esecuzioni di donne e minorenni sono continuate nel 2016. Al 13 novembre, le donne giustiziate sono state almeno 10 (8 per droga e 2 per omicidio), ma solo nel caso di 3 di loro c’è stata la conferma ufficiale delle autorità iraniane. Mentre le esecuzioni di minorenni al momento del fatto sono state almeno 5 (2 per casi di omicidio, 2 per droga e 1 per sodomia). Nessun caso è stato riportato da fonti ufficiali iraniane.
Non c’è solo la pena di morte, secondo i dettami della Sharia iraniana, ci sono anche torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, disumane e degradanti. Sconvolgente la notizia, riportata da fonti ufficiali, dell’8 novembre 2016, secondo la quale, in una prigione vicino Teheran è stata eseguita una sentenza di accecamento.