08 Marzo 2017 :
il 9° Rapporto annuale dell'organizzazione Iran Human Rights (IHR) sulla pena di morte in Iran riporta che nel 2016 almeno 530 persone sono state giustiziate nella Repubblica Islamica. Anche se questo numero è significativamente inferiore rispetto alle esecuzioni annuali degli ultimi cinque anni, l'Iran, con una media di più di una esecuzione al giorno, rimane nel 2016 il paese con il più alto numero di esecuzioni pro capite.Commentando la relativa diminuzione delle cifre del 2016, Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore e portavoce di IHR ha dichiarato: "Accogliamo con favore qualsiasi riduzione dell'uso della pena di morte. Ma purtroppo non ci sono indicazioni che la diminuzione del numero delle esecuzioni nel 2016 sia legata ad un cambiamento nella politica dell’Iran. I nostri rapporti mostrano che solo nei primi due mesi del 2017 le autorità iraniane hanno giustiziato almeno 140 persone".
Il Rapporto pone particolare attenzione al ruolo dei tribunali rivoluzionari come una delle principali fonti di arbitrio e di violazioni del giusto processo nel sistema giudiziario iraniano. I tribunali rivoluzionari sono responsabili per la maggior parte delle condanne a morte emesse ed eseguite nel corso degli ultimi 37 anni in Iran. Secondo il Rapporto 2016 di IHR, almeno il 64% di tutte le esecuzioni nel 2016 e più di 3200 esecuzioni dal 2010, sono basate su condanne a morte emesse dai tribunali rivoluzionari. I tribunali rivoluzionari sono meno trasparenti rispetto ai tribunali pubblici, inoltre i giudici dei tribunali rivoluzionari sono noti per l'abuso dei propri poteri legali. Processi di durata inferiore a 15 minuti, mancanza di accesso a un avvocato scelto, e condanne sulla base di confessioni estorte sotto tortura sono i tratti distintivi dei suddetti tribunali.