19 Marzo 2024 :
18/03/2024 - IRAN. 7 Esecuzioni pubbliche nel 2023. In Iran, tradizionalmente, durante il mese di Ramadan le esecuzioni vengono sospese. IHR ne approfitta per pubblicare alcuni approfondimenti tratti dal suo “Rapporto annuale 2023 sulla pena di morte in Iran”. Per il rapporto completo, vedi NtC 5 marzo, oppure https://iranhr.net/media/files/Iran_Human_Rights-Annual_Report_2023.pdf Per 45 anni, l'Iran è stato uno dei pochi Paesi a eseguire esecuzioni in spazi pubblici. Le esecuzioni pubbliche sono state ripetutamente criticate dalla comunità internazionale e dalla società civile iraniana. Sia il Segretario Generale delle Nazioni Unite che il Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica dell'Iran hanno espresso preoccupazione per la continua pratica delle esecuzioni pubbliche. Durante la seconda UPR (Universal Periodic Review, revisione periodica universale, universale nel senso che viene effettuata, periodicamente appunto, nei confronti di tutte le nazioni), dell'Iran, il governo ha respinto le raccomandazioni volte a porre fine alle esecuzioni pubbliche. Le critiche alla pratica delle esecuzioni pubbliche nella Repubblica islamica sono state sottolineate anche nei rapporti del Relatore Speciale. A seguito della massiccia attenzione dei media e delle pressioni internazionali nel 2007-2008, l'allora capo della magistratura Mahmoud Shahroudi ha emesso un ordine che chiedeva di limitare il ricorso alle esecuzioni pubbliche. Di conseguenza, il numero di esecuzioni pubbliche nel 2008-2010 è stato relativamente inferiore rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, in seguito alle proteste post-elettorali del 2009, il numero di esecuzioni pubbliche è aumentato drasticamente dopo il 2010, raggiungendo una media annuale di 50-60 tra il 2011 e il 2015. Con l'aumento dell'attenzione internazionale, il numero di esecuzioni pubbliche è diminuito a 33 nel 2016, 31 nel 2017 e 13 nel 2018 e 2019. Le esecuzioni pubbliche sono diminuite significativamente durante la pandemia COVID-19, con un'esecuzione riportata nel 2020 e nessuna nel 2021. Nel 2022, due persone sono state impiccate pubblicamente. Il numero è più che triplicato nel 2023, con sette esecuzioni pubbliche. I sette uomini impiccati in pubblico erano: Soleiman Salamat, a Maragheh, nella provincia dell'Azerbaigian orientale, con l'accusa di efsad-fil-arz (corruzione sulla terra) attraverso "corruzione diffusa e prostituzione" il 25 maggio 2023. Un uomo senza nome, a Bandar-e-Deylam, nella provincia del Khuzestan, il 18 giugno 2023. Era stato condannato per l'omicidio di due agenti di polizia il 29 marzo 2022. I cittadini afghani Mohammad Ramez Rashidi e Naeim Hashem Ghotali, a Shiraz, per le accuse di efsad-fil-arz (corruzione sulla terra) e baghy (ribellione armata) l'8 luglio 2023. Mohammad Ghaedi Nasab e Sadegh Mahmoudi Baram, a Fouladshahr, nella provincia di Isfahan per le accuse di moharebeh e efsad-fil-arz, il 13 luglio 2023. Un altro uomo senza nome è stato impiccato pubblicamente a Najaf Abad, Isfahan, il 28 dicembre 2023. Anche lui era stato condannato per l'omicidio di un poliziotto. Secondo un sondaggio commissionato da Iran Human Rights e dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte nel 2020, oltre l'86% dei 20.000 partecipanti residenti in Iran ha dichiarato di essere contrario alle esecuzioni pubbliche. https://iranhr.net/en/articles/6623/