IRAN - 2 donne condannate a morte per “propaganda dell’omosessualità”

IRAN - Zahra Sedighi Hamedani

16 Settembre 2022 :

2 donne condannate a morte per “propaganda dell’omosessualità”.
La notizia è stata ripresa da diversi siti di informazione internazionali, che citano come fonte originaria l’agenzia di stampa filogovernatia iraniana “IRNA”, che il 5 settembre ha scritto che il Tribunale Rivoluzionario di Urmia ha condannato a morte Zahra Sedighi Hamedani, 31 anni, ed Elham Choobdar (anche Chubdar), 24, per orientamento omosessuale. Sono accusate di "diffondere la corruzione sulla terra" promuovendo "l'omosessualità, il "cristianesimo, e mantenendo contatti con media ostili alla Repubblica Islamica".
Le autorità della prigione di Urmia hanno informato le 2 donne della loro condanna il 3 settembre 2022.
Zahra Sedighi Hamedani, conosciuta anche come Sareh, viene da Naghadeh, una città nella provincia dell'Azerbaigian occidentale. Elham Choobdar viene da Urmia, il capoluogo della provincia.
Nello stesso caso è coinvolta anche una terza donna, Soheila Ashrafi, 52 anni, detenuta nella stessa prigione, nei cui confronti non è stato ancora emesso il verdetto.
Zahra Sedighi Hamedani, conosciuta anche come “Sareh”, è stata arrestata il 27 ottobre 2021 mentre tentava di attraversare il confine con la Turchia dopo essere tornata in Iran dal Kurdistan iracheno, dove di solito vive.
Prima di lasciare il Kurdistan iracheno, Sedighi Hamedani aveva inviato dei video a un gruppo per i diritti dei gay (6Rang, The Iranian Lesbian and Transgender Network), video che chiedeva venissero resi pubblici nel caso in cui non fosse riuscita a mettersi in salvo.
“Noi, la comunità LGBTI, stiamo soffrendo. Sia attraverso la morte che la libertà, rimarremo fedeli a noi stessi", ha detto in uno dei video.
"Spero di ottenere la libertà", ha aggiunto, sostenendo anche di essere stata torturata con metodi tra cui l'elettrocuzione mentre era sotto la custodia dei curdi iracheni.
Dopo due mesi di detenzione in isolamento, senza accesso ad un avvocato difensore, è stata trasferita nel reparto femminile. Oltre alle molestie verbali e agli insulti per il suo orientamento sessuale, le guardie carcerarie hanno minacciato di giustiziarla. Le autorità le hanno anche tolto la custodia dei 2 figli.
Il 6 novembre 2021, l'intelligence del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie nella provincia dell'Azerbaigian occidentale ha annunciato di aver catturato la leader di una rete coinvolta nel contrabbando di ragazze e donne iraniane nei paesi vicini attraverso una complessa operazione di intelligence extraterritoriale. L'intelligence dell'IRGC ha affermato che la signora Sedighi Hamedani ha sostenuto i gruppi omosessuali che lavorano sotto la protezione dei servizi di intelligence stranieri.
Il leader supremo dei mullah Ali Khamanei ha affermato che l'omosessualità fa parte di una "privazione morale" diffusa nella civiltà occidentale. Secondo il sistema legale iraniano, gli atti omosessuali possono essere puniti con la pena di morte.
Sostenitori e associazioni per i diritti umani e/o civili si sono rivolte ai social media per condividere le foto delle 2 donne, dicendo che sono attiviste per i diritti LGBT e sono innocenti.
Dando notizia delle condanne, l’agenzia di stampa filogovernativa IRNA ha scritto: “Contrariamente alle notizie pubblicate online, le condannate hanno gestito un traffico di esseri umani ingannando giovani donne e ragazze promettendo loro opportunità di istruzione e lavoro fuori dall’Iran, portando così al suicidio di molte delle loro vittime".
"Corruzione sulla terra" è un termine che le autorità iraniane usano per riferirsi a un'ampia gamma di reati, compresi quelli legati alla morale islamica.

https://women.ncr-iran.org/2022/09/06/death-sexual-orientation/
https://www.reuters.com/world/middle-east/iran-sentences-two-women-death-corruption-earth-irna-2022-09-05/
https://www.timesofisrael.com/france-denounces-iranian-death-sentences-for-2-female-gay-rights-activists/
https://hengaw.net/en/news/zahra-sediqi-hamadani-an-lgbt-community-activist-was-sentenced-to-death-by-the-revolutionary-court-of-urmia

 

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