INDIA: ‘RIABILITAZIONE POSSIBILE’, CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO

19 Novembre 2024 :

L'Alta Corte del Madhya Pradesh il 15 novembre 2024 ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo accusato dello stupro e omicidio di una bambina di 12 anni, osservando che in una condanna all’ergastolo c’è la possibilità di una punizione, mentre la pena di morte è "unica nel suo assoluto rifiuto del potenziale di riabilitazione e riforma del condannato".
Vishal Bhamore è stato riconosciuto colpevole il 10 luglio 2019, più di un mese dopo che la vittima era scomparsa mentre si recava al negozio per comprare la gutka (un tipo di tabacco) per suo padre. Il 9 giugno era stata presentata una denuncia di scomparsa.
Il corpo della vittima è stato trovato il 10 giugno in una fogna e un referto medico ha confermato che era stata violentata.
Secondo gli inquirenti, Bhamore inizialmente faceva parte del gruppo che era andato alla ricerca della bambina, ma in seguito era fuggito.
Nell’opporsi alla condanna a morte, l'avvocato di Bhamore, Uma Kant Sharma, ha affermato che il caso non rientra nella categoria dei "più rari tra i rari" e, pertanto, imporre la pena estrema risulta ingiustificato.
Commutando la sentenza, i giudici Vivek Agrawal e Devnarayan Mishra hanno affermato che la Corte Suprema ha stabilito che, in primo luogo, per imporre la pena di morte, un caso deve chiaramente rientrare nell'ambito dei "più rari tra i rari" e, in secondo luogo, l'opzione alternativa dell'ergastolo deve essere indiscutibilmente preclusa.
"Nelle condanne all'ergastolo, c'è la possibilità di ottenere deterrenza, riabilitazione e punizione in gradi diversi. Ma lo stesso non vale per la pena di morte. È unica nel suo assoluto rifiuto del potenziale dei condannati di riabilitarsi e riformarsi. Estingue la vita e quindi pone fine all'essere, mettendo fine a tutto ciò che ha a che fare con la vita. Questa è la grande differenza tra le due punizioni", ha affermato l'Alta Corte.
L’Alta Corte ha ribadito che per soddisfare il secondo aspetto della dottrina, devono essere fornite prove chiare sul perché il condannato non sia idoneo a nessun tipo di programma di riforma e riabilitazione.
"L’appellante non ha precedenti penali. Il tribunale non ha preso in considerazione questo aspetto. Ha solo affermato che poiché sono in aumento questi crimini contro le figlie minorenni, il che è indicativo di una mente perversa, allora, al fine di salvare i sogni dei bambini, secondo il tribunale è necessario dare una punizione definitiva a questi condannati", ha detto l’Alta Corte.

 

altre news