INDIA: QUATTRO CONDANNATI A MORTE PER OMICIDIO E STUPRO SUL BUS

Studenti indiani manifestano contro gli stupratori

13 Settembre 2013 :

sono stati condannati a morte in India i quattro uomini riconosciuti colpevoli dello stupro di gruppo di una studentessa di 23 anni, avvenuto lo scorso dicembre su un bus a Nuova Delhi. La ragazza morì in un ospedale di Singapore due settimane dopo per le lesioni riportate. Il caso sollevò un'ondata di indignazione popolare in tutto il Paese. La sentenza dovrà ora essere confermata dalla Alta Corte indiana. I quattro condannati possono presentare appello all’Alta Corte, alla Corte Suprema e chiedere la clemenza alla presidenza. I familiari della vittima, assieme a molti politici e funzionari governativi, da tempo chiedevano per i quattro la pena capitale.
Il tribunale ha accolto la richiesta del procuratore che aveva chiesto la pena capitale per i quattro uomini. Il giudice Yogesh Khanna ha detto che "il caso eccezionale rientra nell'ancor più eccezionale categoria" che giustifica la pena capitale. Dopo la lettura della sentenza di condanna a morte, il 20enne Vinay Sharma, è scoppiato a piangere. L'uomo era assistente in una palestra e l'unico dei quattro diplomato alle scuole superiori. Leggendo la sentenza, il giudice ha affermato che "i tribunali non possono chiudere un occhio" su questi crimini. "Sono molto felice che la nostra ragazza abbia avuto giustizia", ha commentato il padre della studentessa.
I quattro condannati a morte per impiccagione sono Mukesh Singh, 26 anni, Vinay Sharma, 20 anni, Pawan Gupta, 19 anni, e Akshay Thakur, 28 anni. Si tratta del primo caso di condanna capitale per reati sessuali inflitta dopo l'inasprimento delle pene decisa in seguito all'ondata violenze nel Paese. Un quinto imputato, minorenne al momento dei fatti, è stato condannato il 31 agosto a tre anni di riformatorio, pena massima prevista dal codice penale indiano per i minori di 18 anni. In marzo, infine, Ram Singh di 33 anni, autista dell'autobus su cui fu commesso lo stupro di gruppo e considerato l'ideatore dell'assalto, è morto, apparentemente suicida, nella sua cella del carcere.
 

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