27 Gennaio 2021 :
Il gruppo di ricerca Project 39A della National Law University di Delhi ha pubblicato la quinta edizione del "Death Penalty in India: Annual Statistic Report", che fornisce un aggiornamento annuale su tutti i casi di pena di morte in India, oltre a documentare gli sviluppi legislativi sulla questione.
Al 31 dicembre 2020, c'erano 404 prigionieri nel braccio della morte in tutta l'India, con l'Uttar Pradesh che aveva il numero più alto, 59, di questi prigionieri.
Il funzionamento dei tribunali in tutta l'India è stato ostacolato dalla pandemia COVID-19, con conseguente calo significativo del numero di condanne a morte inflitte dai tribunali, che nel 2020 sono state 77, rispetto alle 103 del 2019.
Tuttavia, c'è stato un aumento della percentuale di condanne a morte comminate per reati sessuali da parte dei tribunali, che è passata dal 53% nel 2019 al 65% nel 2020.
Inoltre nel marzo 2020 sono stati impiccati Mukesh, Vinay Sharma, Akshay Kumar Thakur e Pawan Gupta per lo stupro di gruppo e omicidio di una giovane donna nel dicembre 2012.
Le 77 condanne a morte emesse nel 2020 riguardano 76 detenuti e rappresentano un netto calo rispetto alle 103 condanne capitali inflitte nel 2019.
Tuttavia, le 48 condanne a morte comminate nei primi tre mesi del 2020, prima dell’imposizione del lockdown a marzo, pari a quasi il 62% del totale dello scorso anno, indicano che la cifra totale di condanne capitali nel 2020 sarebbe stata probabilmente molto più alta in assenza di pandemia.
Delle 77 condanne a morte imposte nel 2020 dai tribunali, 50 erano per crimini di natura sessuale. Sono state inflitte 24 condanne a morte per omicidio e due per sequestro di persona con omicidio.
Il 65% delle condanne a morte comminate dai tribunali (50 su 77 casi) sono relative a casi di violenza sessuale. Si tratta della percentuale più alta in cinque anni con un netto aumento dal 53% del 2019.
L’82% delle condanne capitali per violenza sessuale ha riguardato casi che coinvolgevano bambini.
Negli anni c'è stato un costante aumento della percentuale di condanne capitali legate a reati sessuali, dal 17,64% nel 2016 al 37,27% nel 2017 e poi al 41,10% nel 2018.
Le Alte Corti di tutto il Paese hanno trattato 30 casi capitali che coinvolgevano 38 prigionieri. La condanna a morte è stata confermata in tre di questi casi, di cui due relativi a reati sessuali e uno a omicidio.
Le Alte Corti hanno commutato condanne a morte in 17 casi. Cinque prigionieri che erano stati condannati a morte dai tribunali sono stati prosciolti da tutte le accuse dalle Alte Corti.
In cinque casi, le Alte Corti hanno rinviato il caso ai tribunali di grado inferiore per una nuova sentenza.
La Corte Suprema indiana nel 2020 ha emesso sentenze in cinque casi.
Un caso si è chiuso con le esecuzioni di quattro prigionieri per il reato di stupro e omicidio di una giovane donna nel dicembre 2012.
La condanna a morte è stata confermata in un caso che ha coinvolto due detenuti per il crimine di parricidio. La Corte ha commutato le condanne a morte di quattro prigionieri in tre casi. Due di questi casi riguardavano reati di rapimento e omicidio e uno riguardava lo stupro con omicidio. In due casi su tre, la Corte Suprema ha commutato la condanna a morte in 25 anni di carcere, mentre nel terzo in ergastolo senza possibile liberazione per 14 anni.
Mukesh, Vinay Sharma, Akshay Kumar Thakur e Pawan Gupta sono stati giustiziati nel marzo 2020 nella prigione di Tihar, Nuova Delhi, per lo stupro e omicidio di una giovane donna, avvenuti nel dicembre 2012. L'ultima esecuzione nel Paese risaliva a luglio 2015, quando fu messo a morte Yakub Memon.