INDIA: CORTE SUPREMA LIBERA UN UOMO CONDANNATO A MORTE PER STUPRO E OMICIDIO DEL 2013

La Corte Suprema indiana

20 Maggio 2025 :

La Corte Suprema indiana ha assolto un uomo accusato di aver violentato e ucciso una bambina di quattro anni nel 2013 a Thane, nel Maharashtra, citando le "indagini scadenti" dell'agenzia investigativa e l'approccio "troppo zelante" del tribunale che lo ha condannato, ha riportato il First Post il 20 maggio 2025.
Secondo la Corte Suprema, non c'era "nulla che potesse far sorgere anche il minimo sospetto" nei confronti dell'uomo, prima che l'Alta Corte di Bombay lo condannasse.
Un collegio della Corte Suprema composto dai giudici Vikram Nath, Sanjay Karol e Sandeep Mehta ha dichiarato che l'accusa relativa allo stupro e omicidio della bambina è crollata a causa di un'indagine viziata e compromessa. Nonostante la mancanza di prove credibili, l'imputato è stato riconosciuto colpevole e condannato a morte dai tribunali.
La Corte ha anche concluso che le testimonianze siano state fabbricate per "gonfiare" il caso.
"Nonostante le indagini poco accurate e l'approccio eccessivamente zelante dei tribunali di grado inferiore nel rendere giustizia, nel senso che qualcuno doveva essere ritenuto responsabile del crimine, si è giunti alla condanna dell'imputato, un giovane di circa 25 anni all’epoca dei crimini, rimasto in carcere per oltre 12 anni con la spada di Damocle dell’esecuzione capitale imminente sospesa sulla sua testa per oltre sei anni", ha dichiarato la Corte.
Il caso risale al settembre 2013, quando una bambina scomparve e il suo corpo fu ritrovato tre giorni dopo.
Il sospettato fu arrestato il giorno successivo.
In assenza di testimoni oculari del crimine, l'accusa ha costruito la propria tesi interamente su prove circostanziali.
Nel 2019, l'imputato è stato dichiarato colpevole e condannato a morte.
"Alla luce delle prove fornite dagli inquirenti e dai testimoni dell'ultimo avvistamento, nonché della confessione extragiudiziale di un unico testimone, siamo convinti che l'intera sequenza di eventi narrata da questi testimoni sia inaffidabile e non credibile. Si tratta chiaramente di deposizioni artificiose, ottenute dalla procura a scopo di inganno, al fine di attribuire la responsabilità di questo crimine efferato all'imputato e quindi rivendicare la risoluzione del caso", ha concluso la Corte Suprema.

 

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