22 Giugno 2021 :
L'Alta Corte di Patna, capitale dello Stato indiano delv Bihar, il 21 giugno 2021 ha assolto per mancanza di prove un uomo che era stato condannato a morte da un tribunale di Gopalganj per aver ucciso nel 2007 sua moglie, per motivi legati alla dote.
Il collegio composto dai giudici Ashwani Kumar Singh e Arvind Srivastava ha annullato la condanna a morte dell’imputato, identificato come Nasruddin Mian, ritenendo che non vi siano prove dirette contro di lui.
La sua condanna era "basata esclusivamente su indizi" e "solo perché la moglie dell’imputato era morta nella casa della coppia", ha affermato l'Alta Corte.
Il collegio dei giudici ha disposto quindi il rilascio dell’imputato.
Il 29 marzo 2019 il giudice di Gopalganj aveva condannato a morte Nasruddin, residente nel villaggio di Haradiyan, per aver ucciso sua moglie, Sanjeeda Khatoon (23), per la dote.
Nasruddin ha impugnato il verdetto davanti all'Alta Corte di Patna sostenendo di essere stato falsamente implicato nel caso.
Nasruddin e Sanjeeda si erano sposati nel 2003 e avevano due figli.
La donna morì il 17 marzo 2007 e suo padre presentò una denuncia alla polizia quattro giorni dopo, sostenendo che fosse stata avvelenata per il mancato adempimento della richiesta del marito di avere una motocicletta.
"Le evidenze mediche e le prove forensi non dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio che si tratti di un omicidio", ha scritto l’Alta Corte nell'ordinanza.
L'Alta Corte inoltre ha osservato che la sentenza del giudice di primo grado è un esempio di "come non scrivere una sentenza".
"È stato ripetutamente sottolineato dalla Corte Suprema che le corti e i tribunali devono fare una valutazione oggettiva delle prove e non devono essere influenzati dall'orrore del crimine e dal carattere dell’imputato.
"Il giudizio dovrebbe essere espresso da un giudice non influenzato dalle sue norme immaginarie di funzionamento della società", ha concluso l’Alta Corte.