23 Dicembre 2024 :
Angela Stella su l’Unità del 20 dicembre 2024
Numero spaventoso di suicidi in carcere, negazionismo del Governo sul sovraffollamento, inadempienze delle Asl, cimici nei letti dei detenuti e ambienti ammuffiti: questi i nostri istituti di pena. Ne parliamo con Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino.
Com'è la situazione sanitaria al momento nei nostri istituti di pena?
Un disastro, e via via stiamo scoprendo anche il perché. Le linee-guida emanate dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni ed enti locali il 22 gennaio del 2015 davano precise indicazioni per la costruzione in ogni regione di una rete di assistenza sanitaria rivolta alle persone private della libertà. Le Regioni avrebbero dovuto fare ciascuna una propria regolamentazione in merito alla rete regionale per l’assistenza penitenziaria che successivamente le Aziende Sanitarie avrebbero dovuto rendere operativa con i propri atti aziendali. Tutto questo però non è avvenuto: le disparità di trattamento tra regione e regione sono macroscopiche e addirittura, all’interno delle regioni, ci sono evidenti differenze tra ASL e ASL. Insomma, non c’è coordinamento né nazionale né regionale, non si conoscono, per esempio, le piante organiche di medici, specialisti, infermieri, OS. Si tratta di un’inadempienza catastrofica che ha portato sul lastrico la sanità penitenziaria. Nell’anno horribilis delle morti in carcere mi sarei aspettata schiere di giornalisti al 25° Convegno della SIMSPe (Società Italiana di Medicina penitenziaria) e, invece, la copertura è stata bassissima. Eppure, proprio da quel consesso sono arrivate proposte concrete per riprendere e ricucire quel filo strappato risalente a dieci anni fa. Mi auguro che Governo e Parlamento ascoltino chi, come il Dott. Antonio Maria Pagano (Presidente SIMSPe), sa di cosa parla. Intanto, ci ha informato che in carcere aumentano patologie psichiche, malattie infettive, diabete, obesità, tumori, ma anche violenza e tossicodipendenze.
Quali invece le condizioni di salubrità degli ambienti?
Come si può garantire la salubrità degli ambienti con un sovraffollamento medio nazionale del 134% con punte che vanno oltre il 200%? Se in una struttura concepita per ospitare 100 persone, tu Stato ce ne metti 150 o 200 è evidente che tutto si deteriora, tanto più se gli stanziamenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria sono del tutto inadeguati. Sui materassi di gommapiuma che visitando le carceri vediamo sempre più lerci, hanno vissuto generazioni di persone detenute; acari, cimici e pulci trovano lì il loro habitat d’eccellenza. Evidenti fenomeni di infiltrazione d’acqua, di ammuffimento dei locali, specie di pernottamento, rilevante degrado degli arredi e dei servizi igienici, vergognose infestazioni di scarafaggi e topi, carenze e disfunzioni del servizio sanitario intra moenia incidono pesantemente sulla qualità della vita, sull’aria che si respira e sulla condizione di salute di tutti i detenuti e degli operatori penitenziari.
Che iniziativa ha proposto lei all'Unione Camere Penali?
Come Nessuno tocchi Caino abbiamo proposto al loro ultimo Congresso di fare un accesso massiccio alle relazioni che le ASL devono fare due volte all’anno a seguito di visite ispettive in carcere. L’iniziativa è stata prontamente accolta dal Presidente Francesco Petrelli e ora ci stiamo lavorando con l’Osservatorio coordinato da Gianpaolo Catanzariti. L’art. 11, commi 13 e 14 dell’Ordinamento Penitenziario prevede che il direttore generale della ASL disponga le visite allo scopo di accertare l'adeguatezza delle misure di profilassi contro le malattie infettive e le condizioni igieniche e sanitarie degli istituti. Subito dopo deve riferire con apposite relazioni al Ministero della salute e al Ministero della giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare, informando altresì i competenti uffici regionali, comunali e il magistrato di sorveglianza. Ecco, noi vogliamo sapere se queste visite le hanno fatte e cosa hanno scritto nelle relazioni, se hanno dato delle prescrizioni e se chi dovere è adempiente o meno.
I direttori generali delle Asl effettuano le visite come da regolamento?
Non in tutti i casi, in alcuni istituti penitenziari si è persa memoria dell’ultima visita, evidentemente troppo risalente nel tempo.
Come sta andando invece il vostro monitoraggio?
Le PEC sono giunte a destinazione di tutti i dirigenti sanitari e cominciano ad arrivare le prime risposte. Intanto, grazie ancora una volta a Roberto Giachetti, abbiamo interrogato i ministri interessati (Salute e Giustizia) per avere da subito un quadro complessivo. L’atto di sindacato ispettivo è stato firmato da tutti i gruppi di maggioranza (tranne Fratelli d’Italia) e d’opposizione. Insomma, vogliamo sapere quante e quali ASL abbiano effettuato le visite producendo le corrispondenti relazioni sia nell’anno in corso, sia nell’intero anno 2023.
In generale al momento qual è la condizione di sovraffollamento nelle carceri?
Sull’argomento è tornato a regnare il negazionismo del Governo che continua a sottovalutare l’incidenza del sovraffollamento sulla legalità della vita detentiva. Nordio sproloquia sulla costruzione di nuove carceri e di utilizzo di caserme dismesse e sorvola sulle gravissime carenze di personale di ogni ordine e grado. Solo se ci riferiamo agli agenti ne mancano oggi 18.000: chi ci mette nei nuovi istituti se mai verranno costruiti? Ah, dimenticavo! Ha nominato il commissario all’edilizia penitenziaria e così ha risolto tutto. Mi diceva ieri il Garante Marco Solimano che nella casa circondariale di Livorno da sette mesi (e dopo anni di lavori) è terminata la completa ristrutturazione di due interi padiglioni, ma i nuovi locali non sono stati aperti né collaudati, perché presentano gravi difformità rispetto al progetto. Il corridoio di accesso alle nuove sezioni è stato giudicato pericolante e quindi andrà rifatto, le celle sono troppo strette, le porte dei bagni si aprono al contrario, le scale antincendio vanno a finire nelle sezioni di alta sicurezza; mancano poi del tutto le previste centrali termica ed elettrica. Nel frattempo, i detenuti comuni sono ammassati l’uno sull’altro in condizioni indecenti… Chissà se la ASL ha verificato la salubrità dei luoghi…
E quella dei suicidi?
Sono un numero spaventoso, ottantotto con l’ultimo che si è impiccato a Viterbo. E Nordio ha la sfrontatezza di dire che il trend è in calo e che avremmo potuto superare i cento alla fine dell’anno! Per non parlare dei tanti che muoiono per malattia, per cause ancora da accertare, per omicidio. In tutto 243, una cifra terribile mai eguagliata. Ho motivo di credere, anche perché mi fido del monitoraggio di Ristretti Orizzonti, che il Ministero (e non da oggi) nasconda la verità sulle morti in carcere. Sembra che negli elenchi del DAP non vengano conteggiati i morti “per cause da accertare”, eppure sono morti, sono morti in carcere, erano esseri umani in carne ed ossa nelle mani dello Stato. Anche chi si impicca in carcere e muore in ospedale sembra non rientrare nella conta. Ristretti Orizzonti mi ha mandato l’elenco dei 287 morti da accertare degli ultimi 12 anni. Che fine hanno fatto? Rientrano negli elenchi che il nostro Paese manda al Consiglio d’Europa?
Il 26 dicembre 2024, giorno di Santo Stefano, Papa Francesco aprirà la Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia, segnando un momento storico nella storia dei Giubilei ordinari. Che ne pensa?
Si tratta di un segno tangibile della sua profonda sensibilità umana nei confronti degli ultimi. In questi anni, da quando lo aveva promesso a Marco Pannella ricoverato al Gemelli in sciopero della sete, non ha mai smesso di chiedere alle istituzioni un provvedimento di clemenza, di amnistia e di indulto. Aprire la Porta Santa in quel luogo dimenticato dove chi ci entra rischia di perdere ogni speranza, ha una valenza fortissima non solo per chi è cristiano. Arriverà al cuore della politica anche di quella che sbatte il petto in chiesa e bacia il rosario pregando la Madonna?