11 Dicembre 2025 :
Dichiarazione di Rita Bernardini, Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente Presidente, Segretario e Tesoriere di Nessuno tocchi Caino:
Veniamo a conoscenza da un articolo su “Il Dubbio” del violento atto di censura di stampo stalinista compiuto nei confronti dell’avvocata Ambra Giovene che conosciamo per essere una professionista seria ma anche rispettosa delle regole, non solo del processo penale, ma anche del vivere civile.
In un convegno dal titolo “Il diritto alla verità”, a Bologna, le è stato impedito di intervenire in quanto avvocato difensore di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, presunti – sì, proprio presunti! – autori della strage di Bologna. Un fatto orribile certo, quella strage, reso ancor più tremendo dal fatto che la verità deve ancora emergere. E chi ha provato a farla emergere nell’aula di tribunale, come ha fatto Ambra Giovene, è considerato alla stregua di un complice di reato.
Negare il diritto di difesa e di parola, dentro e fuori le aule di giustizia, significa fare carta straccia di carte fondamentali, dalla Costituzione italiana alla Convenzione europea e al Patto internazionale sui diritti civili e politici. Un comportamento degno dei regimi fascisti, sovietici, islamici. Anzi, stiamo andando anche oltre la legge del taglione e del coranico “prezzo del sangue” che prevede che i parenti della vittima decidano della morte o della vita del condannato. In Italia siamo arrivati a travolgere principi e regole universali al punto da colpire non solo il colpevole, ma anche l’avvocato che lo difende o il giudice che assolve.






