GIORDANIA: DUE FRATELLI CONDANNATI A MORTE PER ‘OMICIDIO D’ONORE’

24 Gennaio 2018 :

Un tribunale penale giordano ha condannato a morte due fratelli dopo averli riconosciuti colpevoli degli omicidi premeditati della loro sorella incinta e dell'altra moglie di suo marito, avvenuti in una fattoria nel Governatorato di Balqa nel novembre 2014.
I due imputati, di 22 e 28 anni, sono stati accusati di due capi di omicidio premeditato ciascuno in relazione agli omicidi con arma da fuoco della loro sorella di 27 anni, che era incinta di tre mesi, e di una seconda donna di 50 anni, in una fattoria di Balqa, 35 km a nord-ovest di Amman.
I due fratelli, un pastore e l’addetto di un ristorante, erano calmi quando il giudice che presiedeva ha letto i dettagli del verdetto, ha riportato una fonte giudiziaria.
Ma quando i fratelli hanno sentito di aver ricevuto la condanna a morte, hanno detto alla corte di "aver ucciso la sorella per lavare l'onore della loro famiglia", ha detto la fonte giudiziaria al The Jordan Times.
Il marito delle vittime si è rifiutato di ritirare le accuse contro i due imputati e, pertanto, il tribunale ha comminato loro la pena massima, ha spiegato la fonte giudiziaria.
Da documenti del tribunale si è appreso che la sorella degli imputati era "impegnata in una relazione con un uomo, tre mesi prima dell'incidente, ed era rimasta incinta".
"Il caso fu scoperto e i due si sposarono per evitare lo scandalo, andando ad abitare in una fattoria a circa 20 chilometri da dove vivevano gli imputati", secondo le trascrizioni della corte.
Tuttavia, la corte ha sostenuto, "gli imputati non erano soddisfatti della decisione e hanno progettato di assassinare la sorella per lavare l'onore della famiglia".
"I due imputati hanno dichiarato che intendevano solo uccidere la sorella e che la seconda donna è stata accidentalmente colpita da proiettili ed è morta", ha detto la corte.
Le due condanne a morte, che sono state decise dai giudici Majid Rafayeh, Anwar Abu Eid e Nawaf Samarat, saranno automaticamente esaminate dalla Corte di Cassazione entro i prossimi 30 giorni.

 

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