18 Ottobre 2021 :
La Corte di Cassazione giordana il 17 ottobre 2021 ha confermato la condanna a morte di un uomo che per motivi di “onore” avrebbe ucciso sua sorella nella Valle del Giordano nel 2019.
Il tribunale di primo grado lo scorso giugno aveva dichiarato l'imputato colpevole dell'omicidio premeditato della sorella sposata, commesso a casa della giovane, condannandolo alla pena di morte.
I documenti del tribunale affermano che l'imputato sapeva che "sua sorella stava vedendo altri uomini pur essendo sposata e che aveva una cattiva reputazione".
L'imputato avrebbe quindi deciso di uccidere la sorella "per restituire l'onore alla sua famiglia", secondo i documenti.
Già due anni prima dell'omicidio, l'imputato aveva visto sua sorella "in compagnia di un uomo su un autobus e aveva tentato di ucciderla, ma senza successo", è scritto negli atti del processo.
Il 30 ottobre 2019 l'imputato si recò a casa della vittima interrompendo l'elettricità in modo che la ragazza uscisse di casa per controllare.
Non avendo raggiunto l’obiettivo, l'imputato stazionò due ore davanti alla finestra per spiarla, poi bussò alla porta.
Nel momento in cui vide la sorella, l'imputato gli sparò quattro colpi.
L'uomo, attraverso il suo avvocato, aveva impugnato la condanna a morte, sostenendo di avere diritto a una riduzione della pena per aver ucciso la sorella "in un momento di rabbia, per purificare l'onore della sua famiglia".
Di diverso avviso il Procuratore generale della Corte, che aveva chiesto la conferma della condanna a morte, sostenendo che il tribunale si fosse attenuto alle corrette procedure legali nel condannare l'imputato.
La Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza del tribunale penale fosse conforme alla legge, che il procedimento fosse corretto e che la sentenza pronunciata fosse soddisfacente.
"L'imputato ha pianificato l’omicidio con attenzione e aveva una precedente conoscenza del comportamento sbagliato di sua sorella per cui una clausola di attacco d’ira non è applicabile in questo caso", ha stabilito la Corte.
I giudici della Corte di Cassazione erano Mohammad Ibrahim, Yassin Abdullat, Nayef Samarat, Hammad Ghzawi e Qassem Dughmi.