21 Dicembre 2021 :
Il Giappone ha impiccato tre prigionieri il 21 dicembre 2021, le prime esecuzioni praticate nel Paese in due anni, con il governo che ha sostenuto la necessità di mantenere la pena capitale a fronte dei continui "crimini atroci".
Uno dei tre giustiziati si chiamava Yasutaka Fujishiro, 65 anni, e nel 2004 aveva usato un martello e un coltello per uccidere sua zia di 80 anni, due cugini e altre quattro persone, ha comunicato un portavoce del Ministero della Giustizia.
Gli altri due erano Tomoaki Takanezawa, 54 anni, che nel 2003 uccise due impiegati in una sala giochi, e il suo complice Mitsunori Onogawa, 44 anni.
Le tre esecuzioni sono state le prime effettuate sotto il primo ministro Fumio Kishida, entrato in carica lo scorso ottobre.
"Se mantenere o meno la pena di morte è una questione importante che riguarda le fondamenta del sistema di giustizia penale giapponese", ha affermato il vice segretario di gabinetto Seiji Kihara.
"Dato che crimini atroci continuano a verificarsi uno dopo l'altro, è necessario giustiziare coloro la cui colpa è estremamente grave, quindi è inappropriato abolire la pena capitale".
I membri della Federazione Giapponese degli Ordini degli Avvocati "protestano con forza" contro le tre esecuzioni, ha dichiarato in una nota il presidente dell'associazione, Tadashi Ara.
Ara ha esortato il governo ad "abolire la pena capitale e fermare tutte le esecuzioni fino alla sua abolizione".
Il Giappone ha giustiziato tre detenuti nel 2019 e 15 nel 2018 - di cui 13 appartenenti al culto Aum Shinrikyo, che aveva compiuto un attacco mortale con gas sarin nella metropolitana di Tokyo nel 1995.
Più di 100 persone si trovano attualmente nel braccio della morte in Giappone, la maggior parte per omicidio plurimo.
Le esecuzioni avvengono mediante impiccagione, di solito molto tempo dopo la sentenza.