05 Aprile 2017 :
Il Governatore della Florida ha “spostato” altri 21 processi capitali per sottrarli alla Procuratrice che non vuole chiedere la pena di morte.
Lo scorso 16 marzo il governatore Rick Scott (bianco, repubblicano) aveva “spostato” il processo contro Markeith Loyd dal 9° Circuito al confinante 5° Circuito dopo aver appreso che la neoeletta Procuratrice del 9° Circuito Aramis Ayala non intendeva chiedere la pena di morte per Loyd, accusato, tra le altre cose, di aver ucciso una poliziotta. Ne era nata una polemica in cui poliziotti e politici repubblicani si erano schierati con il governatore, e difensori dei diritti civili e politici democratici si erano schierati con la procuratrice.
Un ex giudice aveva invitato la procuratrice a fare ricorso, perché il precedente che un governatore possa spostare a suo piacimento dei processi senza un motivo serio può diventare un pessimo precedente, ad esempio potrebbe aiutarlo a far assolvere compagni di partito eventualmente accusati di corruzione, oppure far condannare avversari politici.
Oggi il governatore ha comunicato alla stampa di aver emesso un altro ordine esecutivo per trasferire altri 21 processi capitali, visto che la Ayala ha confermato di non voler chiedere la pena di morte per nessuno.
Nel confinante 5° Circuito il procuratore Brad King è più in linea con il governatore.
Ayala, 42 anni, nera, Democratica, eletta nella tornata elettorale dello scorso novembre ed entrata in carica a gennaio, ha più volte confermato quanto già aveva preannunciato durante la sua campagna elettorale: per tutta la durata del mandato non chiederà la pena di morte per nessun imputato.
Ayala ha detto di aver fatto la sua scelta dopo aver studiato attentamente e scrupolosamente l’argomento, ed essersi convinta che l’uso della pena di morte comporta alti costi sia umani che economici, forti tensioni per tutte le persone coinvolte, processi lunghissimi, e nessun miglioramento per quanto riguarda la prevenzione dei crimini violenti. Non è quindi una scelta positiva né per la giustizia, né per la comunità.
Oggi il governatore Scott ha spiegato alla Associated Press: “Sono tutti casi orrendi, e io continuo a pensare alle famiglie delle vittime, ed è questo che ha motivato la mia decisione di oggi”.
Scott ha poi aggiunto: “Il completo rifiuto di Ayala a prendere in considerazione la pena di morte per tutta la durata del suo mandato manda un messaggio inaccettabile che lei non è interessata a prendere in considerazione ogni opzione possibile nella battaglia per la giustizia”. La portavoce di Ayala, Eryka Washington, ha detto che l’Ufficio non ha ricevuto l’ordine esecutivo, di cui ha appreso solo dalla stampa. “La signora Ayala rimane solida sulla sua posizione che il governatore stia abusando della sua autorità, e che con questi gesti ha compromesso l’indipendenza e l’integrità del sistema giudiziario”.
Ayala ha fatto sapere di avere intenzione di presentare un ricorso davanti alla Corte Suprema. In effetti la questione non è di facile soluzione. Come è noto infatti, negli Usa anche i Procuratori vengono eletti a suffragio universale, e nel momento in cui Ayala aveva già annunciato in campagna elettorale che non avrebbe utilizzato la pena di morte ed è stata eletta ugualmente, è difficile per il governatore sostenere che i suoi voti valgano più di quelli della Ayala, o che il mandato che lui ha ricevuto dagli elettori sia prevalente sul mandato che anche Ayala ha ricevuto dagli stessi elettori, seppure su scala regionale e non nazionale. Il Governatore ha sì il potere, in casi particolari, di spostare un processo, ma è molto dubbio che possa farlo per motivi di schieramento ideologico.