19 Febbraio 2018 :
La commissione affari esteri del parlamento egiziano ha rilasciato una dichiarazione in cui respinge fortemente una risoluzione del Parlamento europeo sulle esecuzioni in Egitto, avvertendo che l'uso di questioni relative ai diritti umani per porre restrizioni all'Egitto deve cessare.
Tarek Radwan, capo della commissione affari esteri, ha detto nella dichiarazione che la risoluzione rivela "ignoranza sulle condizioni reali in Egitto" e che rappresenta una violazione del principio di non intervento negli affari interni di altri Paesi.
"L'Egitto ha il pieno diritto di scegliere il proprio sistema legale e giudiziario", si legge nella dichiarazione.
"Il Parlamento [egiziano] respinge qualsiasi indicazione di emendare leggi nazionali che sono state redatte dai rappresentanti eletti in conformità con la costituzione e [che] derivano dal contesto sociale e dalle minacce alla sicurezza nel Paese".
Il Parlamento europeo ha pubblicato la risoluzione in data 8 febbraio, esprimendo la preoccupazione che "sono in vigore procedure rigorose all'interno del sistema legale del Paese nei casi in cui è applicabile la pena di morte".
Il Parlamento europeo ha sottolineato quello che è stato definito come "un aumento significativo del numero di persone condannate a morte in Egitto dal 2014", riferendosi alle circa 1.857 persone che hanno ricevuto la sentenza capitale dal gennaio 2014.
L’organo legislativo dell'UE ha anche chiesto che gli imputati egiziani che devono affrontare la pena di morte abbiano il "pieno accesso alla rappresentanza legale e un processo equo in conformità con gli standard internazionali accettati" e condannato "l'uso della condanna a morte per reprimere l'opposizione".
Rispondendo a questo, la dichiarazione del Parlamento egiziano ha affermato che "l'interruzione della pena di morte non è un impegno internazionale, né un argomento di consenso tra i Paesi".
La dichiarazione della commissione ha sottolineato che, a causa della gravità della pena di morte, la legge egiziana contiene un numero di procedure che garantiscono all'imputato un processo equo con spazio pieno per difendersi in conformità con gli standard internazionali.
La commissione ha anche affermato che i processi militari, che esistono in molti paesi, offrono la stessa garanzia di diritti del sistema giudiziario civile, ma gestiscono i crimini legati alle forze armate.
"L'imposizione di concetti incompatibili con i valori sociali e culturali prevalenti nelle altre società è un atto di arroganza", ha aggiunto la commissione.
Il Parlamento europeo ha riconosciuto la fragile situazione relativa alla sicurezza dell'Egitto, citando "un alto rischio di attacchi terroristici nella penisola del Sinai e nelle principali città del Paese da parte di varie organizzazioni jihadiste".
Il Parlamento europeo ha anche affermato che considera l'Egitto un partner importante e che i Paesi dell'UE hanno un interesse comune a "sconfiggere la minaccia alla sicurezza regionale e internazionale".
La dichiarazione ha anche espresso sostegno per "ulteriori offerte per aiutare le autorità egiziane a sviluppare solidi meccanismi di intelligence e sicurezza, in linea con il diritto internazionale, comprese le misure relative al controllo della folla e alla protesta legittima e pacifica".
La risposta del parlamento egiziano ha messo in discussione la tempistica della risoluzione, citando le imminenti elezioni presidenziali in Egitto e la vasta operazione militare contro il terrorismo nel Sinai, che è stata lanciata la scorsa settimana.
La tempistica "solleva molte domande sulla credibilità di alcuni partecipanti alla guerra contro il terrorismo e rivela le reali intenzioni di coloro che sostengono la partnership con il sud del Mediterraneo e coloro che fanno affermazioni a sostegno della stabilità nella regione del Medio Oriente", secondo il parlamento egiziano.