EGITTO: 12 PERSONE CONDANNATE A MORTE PER TERRORISMO

Il Gran Mufti d’Egitto Shawqi Allam

27 Agosto 2014 :

tra il 23 e 26 agosto 2014, dodici persone sono state condannate a morte per fatti di terrorismo in due casi distinti.
Il 23 agosto 2014, nel primo caso, il tribunale penale di Giza ha condannato a morte cinque imputati coinvolti nella sparatoria contro il personale di sicurezza alla Chiesa Copta della Vergine Maria in gennaio. La corte ha inoltrato le sentenze per l’approvazione al Gran Mufti d’Egitto Shawqi Allam e ha detto che emetterà il suo verdetto finale il 20 settembre. Nel conflitto a fuoco presso la Chiesa della Vergine Maria un poliziotto è rimasto ucciso e un altro ferito. La sparatoria si è conclusa con la cattura degli uomini armati.
Il 26 agosto 2014, in un caso separato, un tribunale militare ha condannato a morte sette persone per reati di terrorismo, ha riferito il quotidiano Al-Ahram. Anche queste sentenze sono state inviate al Gran Mufti e il verdetto finale è stato programmato per il 23 settembre. Gli imputati sono stati arrestati quando la polizia ha tentato di catturare una “cellula terroristica” nel villaggio di Arab Sharkas nella Provincia di Kalubia in maggio. Otto persone sono rimaste uccise nel raid, tra cui due militari di alto rango e sei civili identificati come terroristi da parte delle Forze Armate. Obiettivo dell’operazione era un gruppo militante implicato in un attacco contro un posto di blocco sulla strada Cairo-Ismailia a marzo, che causò la morte di sei militari di leva. Il gruppo sarebbe anche legato all’attentato dinamitardo contro la direzione della sicurezza al Cairo avvenuto nel mese di gennaio, oltre che all’assassinio del funzionario del Ministero dell’Interno Mohamed al-Saeed e dell’ufficiale della National Security Agency Mohamed Mabrouk.
Un numero senza precedenti di condanne a morte è stato inflitto in Egitto nell’ultimo anno.
In risposta, un gruppo di personaggi pubblici egiziani, tra cui il noto scrittore Ahdaf Soueif, i difensori dei diritti umani Gamal Eid ed Emad Mubarak, lo scrittore e regista Khaled al-Khamissi e l’esponente politico Amr Hamzawy, hanno lanciato una campagna contro la pena capitale. Il gruppo ha denunciato in una dichiarazione “l’evidente deterioramento della giustizia e del sistema giuridico in Egitto”, così come l’uso della tortura per estorcere confessioni in diversi casi, che è “preoccupante quando si tratta di una pena che non può essere rivista”.
Anche altre organizzazioni per i diritti umani, tra cui la Rete Araba per l’Informazione sui Diritti Umani, l’Iniziativa Egiziana per i Diritti emesso rilasciato un comunicato congiunto esprimendo preoccupazione per “l’uso massiccio della pena di morte, alla luce della recente escalation delle misure repressive contro l’opposizione politica”.
 

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