CROAZIA. TAVOLA ROTONDA PER RILANCIARE LA MORATORIA ALL’ONU

La parlamentare europea ed ex commissaria Ue Emma Bonino

03 Marzo 2005 :

i paesi europei devono operare perché le Nazioni Unite approvino una risoluzione contro la pena di morte. È questo il messaggio emerso dalla tavola rotonda organizzata a Zagabria dall’Ufficio per i diritti umani del Governo croato su proposta di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale Transnazionale, alla quale hanno partecipato la parlamentare europea Emma Bonino, esperti nazionali e internazionali, rappresentanti di ONG, e rappresentanti diplomatici in Croazia.
Il capo dell’Ufficio per i diritti umani del Governo croato, Luka Maderic, ha spiegato che la Croazia si sente chiamata a promuovere un dibattito sulla pena di morte.
La Croazia ha abolito la pena di morte dopo l’indipendenza, nonostante stesse ancora combattendo una guerra nella quale sono stati commessi tra i più gravi crimini contro l’umanità del nostro tempo.
Intervenendo, Emma Bonino ha ricordato che l’Italia dal 1994 si batte per una moratoria universale delle esecuzioni capitali in ambito Onu. In tal senso la moratoria rappresenta un approccio dialettico per giungere in tempi brevi all’abolizione universale della pena di morte. Grazie a questo approccio dal 1994 ad oggi vi è stata una drastica riduzione del numero dei paesi mantenitori, che sono infatti scesi  da 97 a 60.
Emma Bonino ha salutato la positiva decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha abolito la pena di morte per i minori.
Elisabetta Zamparutti, curatrice del Rapporto di NtC sulla pena di morte nel mondo, ha illustrato il progetto per la moratoria e l’abolizione della pena di morte in Africa, un continente che può giocare un ruolo determinante in vista della ri-presentazione della risoluzione pro moratoria all’Assemblea Generale dell’Onu.
La rappresentante del Partito Radicale Transnazionale, Marina Szikora, ha ribadito l’impegno del suo Partito e di Nessuno tocchi Caino affinché aumentino i sostegni alla risoluzione contro la pena di morte alla prossima Commissione diritti umani delle Nazioni Unite.
 

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