CORONAVIRUS. NESSUNO TOCCHI CAINO, SERVE UNA MORATORIA DELL'ESECUZIONE PENALE

04 Marzo 2020 :

L'associazione "Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem" di fronte all'emergenza legata al coronavirus in carcere e alle misure restrittive con cui la si sta affrontando, chiede che il principio di prevenzione della "rarefazione sociale", come affermato dal Vice Ministro per la Salute Pierpaolo Sileri, volto a evitare ogni forma di aggregazione, trovi applicazione anche in carcere.
Per i dirigenti dell'associazione Sergio d'Elia, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, il carcere è in una situazione di gravissimo sovraffollamento con 61.230 detenuti per 47.231 posti effettivi disponibili.
"Questi dati connotano il carcere come un luogo di concentramento e segregazione sociale, di per sé fuori legge, dove ogni rischio, anche quello sanitario, è amplificato. Se si chiudono scuole o stadi per evitare che troppe persone stiano insieme, allora la principale misura da adottare anche in carcere deve essere quella di una moratoria immediata dell'esecuzione penale volta a ridurre drasticamente i numeri della popolazione carceraria con provvedimenti che potrebbero riguardare ad esempio i casi di detenzione per brevi pene o residui di pena da espiare. In Italia ci sono 8.682 detenuti che hanno un residuo pena da scontare inferiore ai 12 mesi e altri 8.146 che devono scontare pene tra 1 e due anni.
Per D'Elia, Bernardini e Zamparutti non è infatti chiudendo ai colloqui, alle attività esterne o alle misure alternative che si può fronteggiare il rischio di epidemia in carcere. Anzi, la sospensione di norme fondamentali dell’ordinamento penitenziario aggrava ulteriormente la situazione strutturale di illegalità nell’esecuzione della pena nel nostro Paese.
Moratoria dell’esecuzione penale e provvedimenti come amnistia ed indulto si confermano essere le uniche misure idonee a riportare le carceri e la giustizia nell’alveo dello Stato di Diritto, unica alternativa a tutte le emergenze. La crisi legata al corona virus conferma quanto la soluzione della costruzione di nuove carceri – anziché il sistematico ricorso alle misure alternative - sia assolutamente inadeguata ad affrontare i problemi legati al carcere e alla recidiva.

 

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