02 Ottobre 2014 :
Sono ancora 37 i Paesi nel mondo che mantengono la pena di morte, 161 quelli che hanno deciso di abolirla, mentre nel corso del 2013 le esecuzioni capitali sono state almeno 4.106. Sono questi alcuni dei dati riportati nel Rapporto 2014 sulla pena di morte realizzato da “Nessuno tocchi Caino”, Associazione italiana nata 20 anni fa, che opera a livello internazionale con l’obiettivo principale dell'attuazione della moratoria contro la pena capitale e, più in generale, la lotta contro la tortura.Il Rapporto è stato presentato oggi a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, da Franco Bonfante, vicepresidente del Consiglio, Diego Bottacin, Sergio D’Elia, Segretario di “Nessuno tocchi Caino”, Elisabetta Zamparutti, Tesoriera dell’Associazione e Padre Guido Bertagna. Il rapporto 2014, edito da Reality Book, da’ conto dei fatti più importanti relativi alla pratica della pena di morte nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014, evidenziando non solo che Cina, Iran e Iraq, sono risultati essere nel 2013 i primi tre “Paesi-boia” del mondo, ma anche un passo indietro nei Paesi cosiddetti “democratici”, come gli Stati Uniti, dove sono aumentate le esecuzioni e il sistema capitale si è rivelato essere per molti aspetti coperto da un velo di segretezza.
Durante l’evento sono stati illustrati anche gli obiettivi della campagna di Nessuno tocchi Caino per l’abolizione e la moratoria sull’uso della pena di morte in Africa e le proposte per rafforzare la nuova risoluzione sulla Moratoria Universale che l’Assemblea Generale dell’ONU voterà nel dicembre 2014. “Dopo oltre 20 anni di attività – ha detto D’Elia – siamo felici di poter registrare un cambiamento enorme nel sistema capitale nel mondo. Da allora ad oggi, infatti, 64 paesi hanno deciso di abbandonare la pratica e l’hanno fatto soprattutto scegliendo una via che noi abbiamo proposto, che è non l’abolizione immediata della pena di morte, ma una moratoria delle esecuzioni capitali, attraverso la quale arrivare poi ad abolirla definitivamente. E la validità di questa via è il successo che abbiamo avuto alle Nazioni Unite nel 2007 – ha ricordato – quando per la prima volta è stato adottata la mozione che chiedeva ai Paesi che ancora praticavano e praticano la pena di morte non di abolirla immediatamente, ma di attuare una moratoria, una sorta di tregua creativa”.
Diego Bottacin ha voluto sottolineare che “il Rapporto è particolarmente interessante, perché dimostra che un’azione continua e pragmatica per la moratoria sta portando a risultati significativi. Ma non solo – ha poi sottolineato – credo sia importante perché ribadisce forme di rispetto per la civiltà e i diritti dell’uomo, soprattutto in un momento come questo, con scene di orrore e di disprezzo per la vita umana che quotidianamente ci vengono proposte”.
Di valore internazionale del Rapporto ha parlato Bonfante, che ha sottolineato come i dati raccolti siano difficilissimi da ottenere se non si hanno rapporti internazionali, conoscenze e ricerche puntuali. “L’attività dell’Associazione – ha detto Bonfante – ha un valore eccezionale, perché riesce ad incidere sulla riduzione della pratica della pena di morte nel mondo, dimostrando come la volontà umana possa influenzare in maniera positiva il futuro della nostra civiltà”. "Abolire la pena di morte per affermare il diritto alla vita per tutti è una battaglia di civiltà, così come garantire i diritti dei detenuti affinché la reclusione risulti per così dire umana e rispettosa della persona", ha affermato Carlo Alberto Tesserin (NCD), presidente della commissione Statuto del Consiglio regionale del Veneto, al termine della presentazione.
(Fonti: Arv, 01/10/2014)