21 Marzo 2006 :
un’inchiesta dell’Independent riporta alla ribalta il fenomeno della vendita di organi prelevati da prigionieri cinesi giustiziati.Sono centinaia – rivela il quotidiano inglese - i cittadini benestanti giapponesi e di altri paesi che si stanno rivolgendo all’industria cinese dei trapianti di organi, disposti a pagare l’equivalente di decine di migliaia di euro per un rene o un fegato, spesso prelevati da detenuti giustiziati.
Kenichiro Hokamura, 62enne uomo d’affari giapponese, ha cercato su internet la migliore offerta di questo mercato illegale.
«Davanti a me, nella mia sola prefettura, c'erano 100 persone che aspettavano un rene per un trapianto. Potevo morire prima di sottopormi ad un'operazione”, ha raccontato il businessman, che due mesi fa ha contattato un mediatore giapponese in Cina, e 10 giorno dopo si è sottoposto al trapianto di rene in un ospedale di Shanghai.
“Il mio traduttore mi ha detto che il ‘donatore’ era un giovane detenuto giustiziato. Il prezzo che ho pagato è di 6,8 milioni di yen (circa 50 mila euro)”, ha detto Hokamura.
Il Governo cinese afferma che fa di tutto per stroncare il mercato illegale di organi, ma c'è chi denuncia la complicità di Pechino in questo commercio, che coinvolge non solo gli ospedali privati ma anche quelli più grandi, che sono sotto lo stretto controllo delle autorità.
In Cina le “donazioni di organi” dietro compenso in denaro sono illegali. Anche se si è parenti, la legge prevede che donatore e ricevente forniscano prove legali del loro rapporto di sangue o matrimoniale, o si sottopongano a test del Dna.