07 Settembre 2006 :
il Segretario di Nessuno tocchi Caino e deputato della Rosa nel Pugno Sergio D’Elia ha rilasciato la seguente dichiarazione:“Prendo atto con piacere dell’annuncio fatto oggi da Prodi di voler sollevare la questione dei diritti umani nel corso della sua visita in Cina. Se alle parole seguiranno i fatti, sarebbe una piccola ma significativa svolta nei rapporti Italia-Cina, dopo le ultime visite di stato di Berlusconi nel novembre del 2003 e di Ciampi nel dicembre del 2004 caratterizzate da un silenzio assordante sulla violazione di diritti umani in quel paese.
Per un breve ma eloquente promemoria, segnalo al Presidente del Consiglio che la Cina è primatista mondiale di esecuzioni (dalle cinque alle diecimila ogni anno), responsabile di torture praticate dalla polizia nel corso degli interrogatori, di espianto di organi da condannati a morte, di persecuzione nei confronti di membri di movimenti religiosi o spirituali non autorizzati dallo Stato (cristiani, musulmani uiguri, buddisti tibetani, Falun Gong o altri movimenti spirituali non ufficialmente registrati), di internamento nei manicomi e nei campi di rieducazione, i famigerati ‘laogai’, dove centinaia di appartenenti al Falun Gong sono morti per le torture e i maltrattamenti subiti.
In passato, si è scelto di essere compiacenti con una dittatura nella speranza di fare buoni affari subito invece di investire, nel medio periodo, in una maggiore libertà per i cinesi e anche in una maggiore credibilità del nostro paese sul piano delle relazioni internazionali. I cinesi hanno dimostrato di rispettare chi ha il coraggio delle proprie convinzioni e di saper fare, con chi manifesta questo coraggio, gli affari migliori.
Presentarsi in Cina e alla Cina con soltanto delle convenienze e lasciando a casa le proprie convinzioni, può farci guadagnare qualche contratto in più ma perdere molta credibilità”.