CASO CIPRIANI. D’ELIA: E' GIA STATA DECISA LA SUA ESTRADIZIONE VERSO GLI STATI UNITI?

Sergio D'Elia, deputato della RNP e segretario di NtC

13 Luglio 2007 :

Benedetto Cipriani, su cui pende una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti perché accusato nello Stato del Connecticut di omicidio plurimo  in una vicenda per la quale, tre suoi complici sono attualmente imputati di reato capitale, dopo il question time di ieri alla Camera dei Deputati e alla trasmissione "Storie maledette" di Franca Leosini su RAI 3, in questo momento è stato prelevato da casa e trasferito nel carcere di Frosinone. Il Deputato radicale della Rosa nel Pugno Sergio d'Elia che aveva presentato l'interrogazione parlamentare ieri sul caso chiede al Ministro della Giustizia Clemente Mastella, se questo trasferimento prelude all'estradizione negli Stati Uniti e quindi ad una decisione già presa che contrasterebbe con le parole pronunciate ieri in Aula:
"Considererò comunque con grande attenzione la situazione del Cipriani alla stregua di tutti gli elementi di valutazione a mia disposizione."
Sul trasferimento del Cipriani nel carcere di Frosinone D'Elia ha dichiarato:
"La nota sentenza della Corte costituzionale italiana, n. 223 del 1996, ha stabilito che non sono legittime assicurazioni considerate più o meno sufficienti e ha posto il principio secondo il quale la garanzia che il reo non venga condannato alla pena di morte deve essere assoluta. E' vero che Benedetto Cipriani, è accusato di una fattispecie per cui rischia sessant'anni di reclusione ma i suoi complici, però, per gli stessi fatti sono accusati di reato capitale.  Il diverso trattamento riservato al Cipriani per un fatto identico potrebbe essere spiegato con il tentativo di aggirare il divieto assoluto presente nell'ordinamento italiano di estradizione verso questi Paesi in cui si corre il rischio di applicazione della pena capitale. D'altro canto si tratta di un sistema federale, che prevede l'autonomia del potere giudiziario rispetto all'esecutivo: le assicurazioni le ha date il Governo, non le autorità che stanno procedendo. Non si mette in crisi la cooperazione giudiziaria con gli Stati Uniti, se come nel caso di Pietro Venezia (processato in Italia per l'omicidio da lui commesso in Florida e condannato a 23 anni di detenzione, che sta scontando) anche Cipriani viene processato nel nostro Paese.
Le autorità americane cooperino al giudizio cui verrà sottoposto in Italia, ma al suo posto, signor Ministro, non me la sentirei di procedere ad un'estradizione che potrebbe davvero mettere in crisi la credibilità anche internazionale del nostro Paese impegnato nella battaglia per la moratoria universale delle esecuzioni capitali."
 

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