28 Gennaio 2024 :
Sulla sentenza della Corte Costituzionale sul diritto all’affettività in carcere, i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti hanno dichiarato:
“È un buon inizio della Presidenza di Augusto Barbera alla Corte Costituzionale. La sentenza sul diritto all’affettività e alla sessualità in carcere è all’insegna della tutela dei diritti umani fondamentali anche delle persone private della libertà. Siamo sempre stati convinti che bisogna riporre fiducia e infondere speranza nelle alte giurisdizioni, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo alla Corte Costituzionale, per porre un limite al potere totalitario dello Stato sui corpi in carcere, un istituto inutile, patogeno e criminogeno, di privazione non solo della libertà, ma di tutto, dei fondamentali sensi umani e della vita stessa.
La Corte ha deciso in modo chiaro, univoco: la pena può essere limitativa e privativa della libertà personale, ma tutto ciò che non è intimamente connesso alla libertà personale deve essere salvaguardato. Non si sollevino ora dubbi, non si trovino alibi organizzativistici o pretesti della serie: come facciamo, non ci sono le strutture, non abbiamo gli spazi e il personale. La Corte ha sentenziato, il Parlamento provveda a mutare e l’amministrazione penitenziaria a organizzare, di conseguenza, ordinamento e regolamento carcerario.
Ringraziamo il Magistrato di Sorveglianza Fabio Gianfilippi per aver sollevato la questione davanti alla Corte e quant’altri, il Professore Andrea Pugiotto, Società della Ragione e Associazione Luca Coscioni che l’hanno sostenuta con un appello che come Nessuno tocchi Caino abbiamo sottoscritto, e Riccardo Magi con la sua proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati.”